mercoledì, marzo 29, 2006

martedì, marzo 21, 2006

Concezione borghese e mercato dell' intrattenimento


Ultimamente mi sono ritrovato a riflettere sulla parola "collezione" e su tutto ciò che ruota attorno ad essa e da essa trae spunto, meditando così anche su alcune scelte pratiche che mi coinvolgono direttamente. In particolare sono partito dall' ovvia osservazione che la "collezione" è qualcosa che fa comodo a chi, nell' ingranaggio del mercato, si trova a svolgere la funzione del venditore, distributore ecc. Infatti, contando sul motto "Collezionali tutti!!!", si riescono a vendere molti più prodotti e questa è una trovata da parte del venditore che si può tranquillamente definire brillante.
Quando però questo meccanismo si inizia ad applicare a prodotti di natura artistica, allora, secondo me, vengono al pettine nodi difficili da districare. Parecchie volte ho sentito usare la parola collezione in ambiti che secondo me non dovrebbero riguardarla. Più volte mi si è detto: "Ho quasi finito la collezione dei dischi di questo artista". Lungi dal voler giudicare o sentenziare alcunché, voglio solo sottolineare l' aspetto che, secondo me, predomina in questi casi, cioè quello del possesso, che, spesso rischia di prevalere sull' aspetto prettamente artistico. Ho l' impressinone che si voglia esibire la collezione (di quadri, libri, dischi, film ecc.) come dimostrazione di ricchezza personale, che oltre ad essere economica, sia anche intellettuale. Arrivando ai paradossi, sono sicuro che molte persone si ritrovano in casa dei quadri, anche costosissimi, che magari non apprezzano, ma che esaltano ed esibiscono con sadico piacere, durante ricevimenti o semplici visite da parte di amici o parenti.
Pur essendo sostenitore del file-sharing e delle sue potenzialità, devo notare che da quando esso esiste, il fenomeno del "collezionismo" di dischi o altre opere di ingegno è aumentato, poichè non vige più l' onere di spendere per avere; il nuovo assurdo è che molte persone si ritrovano (per il semplice gusto di possedere) molte opere nel proprio computer che forse non ascolteranno/vedranno mai.

Vorrei autocriticarmi poichè posseggo dei dischi di cui forse non sentirei la mancanza, ma che essendo opera di gruppi a me cari, ho acquistato "a prescindere" dal contenuto.

sabato, marzo 18, 2006

La voce del fato


V come vendetta, V come cinque novembre, V come stanza numero cinque e V come vittoria, vittoria dei popoli sui governi, affermazione della volontà popolare su quella oligarchica. Che dire, V for Vendetta mi ha realmente ampliato gli orizzonti quando ero adolescente; già, perchè nasce come fumetto negli anni '80 ed io ho avuto modo di leggerlo quando ero ancora giovane e "anarchico". Vedere la storia riportata sul grande schermo mi ha fatto molto piacere, vedere V prendere vita, muoversi e agire è stato bello, ma il film resta un film (e per di più legato alle politiche economiche del mainstream, che essenzialmente dell' arte potrebbe anche fare a meno). La poesia e la genialità restano confinate all' interno del volume cartaceo, nelle pagine, nei colori, nei dialoghi e nei silenzi, negli odori della stampa. Quando lessi V per la prima volta era inverno e fuori pioveva, faceva freddo e ranicchiato alla luce di una lampada mi accingevo ad entrare in un mondo di ribellione e soprattutto di idee. All' epoca le idee di ribellione, di affermazione trovavano terreno fertile in una mente anch' essa in pieno fermento e maturazione. Oggi, però, ho una visione diversa, più lata e meno ottimistica delle idee di libertà e giustizia che in V for Vendetta vengono esposte. Quello che penso oggi è essenzialmente questo: "La giustizia non esiste e quindi non vale la pena lottare per essa".

"Opera di straordinaria lucidità e sagacia, V for Vendetta è tutto ciò che i fumetti non avrebbero dovuto essere.
Ora e sempre Inghilterra."

venerdì, marzo 17, 2006

Comunicazione di servizio

E' ufficiale: gli Eddy From The Enot sono alla ricerca (non disperata) di un batterista. Cerchiamo qualcuno a cui soprattuttto piaccia il modo in cui componiamo musica, o per meglio dire, giochiamo con essa. Qualcuno che dietro i tamburi sia in grado di emanare odore di spirito adolescenziale...Troppo spesso infatti ci si domanda:"Come sarà questo pezzo con l'introduzione di una batteria?". Forse è arrivato il momento di scoprirlo, siamo giunti ad articolare 15 tracce e molte di esse necessitano di un trambusto proveniente da una batteria bella carica.
Quindi, tu che leggi, se suoni una batteria e ti piacciono le cose che puoi ascoltare (o vedere) degli Eddy nei link qui a lato, contattaci senza remore alcuna.

lunedì, marzo 13, 2006

Ladies and gentlemen: NIRVANA!!!

Questo è il promo pubblicitario di In Utero.
Correva l' anno 1993.

domenica, marzo 12, 2006

"Libertà a 360°"

Premetto che non voglio infangare nessuno, anche perchè non conosco le biografie ed i meriti o demeriti delle donne di cui sto per parlare e in più non voglio dare giudizi sulle persone. Mi limito ad esporre ciò che mi capita di vedere in TV. L' intervista a Berlusconi da parte di Anna la Rosa nel programma Telecamere, andata in onda qualche tempo fa.Scaricatela e confrontatela con quella andata in onda oggi su raitre, stesso canale di Telecamere, stesso ospite, ma giornalista diversa, cioè Lucia Annunziata. Nel primo caso troverete atmosfere eteree, rilassate e piacevoli, si discute tra l'altro del famoso attacco a tre punte del centro-destra, paragonandolo all' attrettanto famoso attacco del Milan. Tra risate e assensi con il capo la signora la Rosa intrattiene Berlusconi in una piacevole chiacchierata, mancano solo i pasticcini ed una bella tazza di the fumante.
Oggi invece alla signora Annunziata fuma qualcos' altro, ha fatto quello che chiunque avrebbe dovuto fare da tempo, dire tra le righe: "Berlusconi abbassa la cresta e rispondi alle mie domande, sei un cittadino come gli altri!". Evidentemente il presidente del consiglio dei ministri è da troppo tempo abituato ad essere riverito e temuto e non ricorda come si comporta una persona "normale". Quindi, poichè egli viene interrotto dalla Annunziata, che non permette al premier di esibirsi nella solita cantilena, preferisce, come farebbe mio nipote di 7 anni, minacciare di andar via. Io sono spettatore dell' intervista e a questa minaccia reagisco con meraviglia e stupore: "Un uomo di 70 anni, primo ministro del governo italiano minaccia di andar via perchè lo si interrompe?". Lo stupore aumenta e si trasforma in incredulità quando il Berlusconi si alza e se ne va davvero! Con il microfono ancora acceso, anche se non più inquadrato, continua a parlare: "La Rai è controllata da me?". Ma a chi rivolge quella domanda? A sè stesso?
A questo punto, da parte mia, tanto di cappello alla Annunziata, finalmente qualcuno propone un contraddittorio con Berlusconi, qualcuno lo interrompe quando quest' ultimo parte con le battute imparate a memoria per allontanarsi dal vero senso della domanda.
Da oggi guarderò con occhi diversi le imitazini che la Guzzanti (Sabina) propone di Lucia Annunziata; è vero in passato non ha saputo, voluto o potuto opporsi con decisione (forse tirava anche un' aria politica diversa da adesso), ma dopo questa intervista penso che l' ordine dei giornalisti le dovrebbe almeno dedicare un plauso.

sabato, marzo 11, 2006

Che fine ha fatto Scafroglia?


Ma che starà preparando uno dei più grandi comici e satiri della televisione italiana? La sua ultima apparizione, come lampo a ciel sereno, risale alla settimana scorsa all' interno della puntata di "Parla con me" programma che, manco a dirlo, va in onda su raitre.
La più grande prova di autore e attore, a mio avviso, è stata la trasmissione anarchica e senza regole denominata "Il caso Scafroglia", in cui egli interpetrava mille personaggi vecchi e nuovi (il ministro Tremonti, ad esempio) in uno show che andava in onda in orari e giorni sempre diversi, quasi a voler spiazzare ogni volta lo spettatore. In questo circo folle che è il programma stesso, il conduttore (per nulla interessato alla vicenda) cerca di trovare indizzi per recuperare il disperso Scafroglia, intervistando spesso personaggi improbabili.
Consiglio a tutti e in particolare a chi non abbia avuto modo di vederlo all' epoca (parliamo del 2003) di vedere o rivedere una delle più grandi "opere" televisive trasmesse dalla televisione italiana, e non esagero.
Insuperabili resteranno per me il personaggio dell' incappucciato, che si intrometeva nelle frequenze della trasmissione per dare ordini in merito al golpe in preparazione e il milite Barbagli (che vedete in foto) comandante della spedizione facista alla conquista del pianeta Marte (rosso, bolscevico e traditor).

P.S.
Facista non è un errore, va letto proprio così.

lunedì, marzo 06, 2006

Ballando con le scarpe


Ma non nel senso di avere le scarpe ai piedi, bensì facendo proprio ballare le scarpe. Mi sto riferendo al video di tale Jenny Wilson, una musicista svedese che ho avuto modo di apprezzare grazie a quel nuovo canale (il cui nome dovrebbe essere yos e di proprietà della telecom). E' riconoscibile dal logo "non-sense" in alto a destra che in perpetuo movimento ripropone quella che io chiamo slot machine. Comunque tornando alla faccenda delle scarpe, il video è davvero strepitoso, una serie di colpi di genio uno dietro l' altro, potete vederlo sul sito della Wilson. Non ho ancora ascoltato tutto il disco (di esordio sembrerebbe), ma mi è davvero piaciuto tanto, troppo,il singolo (a proposito il nome del brano è "Let my shoes lead me forward"). La sua voce mi ricorda quella della cantante dei Moloko, ma la sua musica è più "classica" di quella dei Moloko, pur catturando l'ascoltatore (cioè io) in maniera completa...E' molto accattivante l' arrangiamento dei brani e non scontato il modo di costruirli. Non voglio esagerare dicendo che è nata una stella, ma consiglio a tutti vivamente l' ascolto, almeno, del brano del video. Il disco si chiama "Love and Youth", che effettivamente non sembra promettere niente di nuovo, e invece...Potere dei videoclip (quando fatti ad "arte")

domenica, marzo 05, 2006

Ho la tastiera sulle ginocchia

Il mondo della musica è in grave crisi. Si sta perdendo il senso del disco, il senso dell' artista. Nonostante la grave crisi che le major dichiarano in atto, continuano ad uscire molti, moltissimi dischi...Dove sta andando la musica? Negli iPod? Nel pret-à-porter? L' artista ha perso il suo ruolo o ne ha guadagnato un altro molto più complesso? Sono tante le domande che mi pongo e a cui non c' è risposta...Certo è che chiunque sia in grado di pensare la musica ormai può "suonarla"; mi viene in mente un racconto di Gibson in cui l' artista è l' artista, a prescindere da tutto il resto. Le idee sono arte, non il modo in cui vengono raffigurate, il pensiero è arte no la tecnica che viene presentata. Ho paura che le nuove generazioni si rapportino con i "singoli" le vecchie "hit" e non abbiano più il tempo di ascoltare un intero album. Oppure sono io il vecchio? Forse non c' è più il tempo per ascoltare un album, ma solo per esporre idee limitate nel tempo. Bisogna essere veloci, sempre più veloci, oppure ci viene imposto di essere sempre più rapidi e veloci?

lunedì, febbraio 27, 2006

Misantropia?














La massa ha preso coscienza e potere nel secolo scorso, ma più di una volta questo potere è stato nuovamente accentrato e usato contro le masse stesse. La gente cerca di fidarsi, anche per sgravare le proprie responsabilità ed è invogliata a fidarsi dei propri rappresentanti. Ma quanto questi dipendenti (per chiamarli come suggerisce Grillo) ci rappresentano? Personalmente, come in molti credo, non mi sento rappresentato. Tuttavia ho assistito a scene che dal mio punto di vista sono raccapriccianti. Bandiere, slogan e quant' altro per inneggiare al premier (siamo tutti con te!!!) di questo o di quell' altro partito. Sono scene che a me non piacciono ed anzi fanno paura: persone che quasi annullano se stessi e con in mano i vessilli di un partito, che credono sia il "proprio", sono disposte a seguire ciecamente le idee e i dettami del leader. Che siano gli ultras di una squadra di calcio o gli elettori di un partito a riempire un palazzetto, che cambia? A me fanno paura entrambi.

Nel governo scorso il numero dei parlamentari è stato ridotto (si voleva dimezzarlo) ed i poteri del presidente del consiglio sono cresciuti; è una strada che porta inevitabilmente ad accentrare il potere, perchè non si è pensato di aumentare i parlamentari e diminuire drasticamente i loro stipendi?

giovedì, febbraio 23, 2006

Copia a destra o copia a sinistra?

La faccenda sui diritti d' autore si fa sempre più intricata e orami sta diventando un dibattito politico e sociale sulla proprietà della conoscenza e su come essa è usata: da un lato c' è chi crede nella libera circolazione delle idee, dall' altro chi preferisce definirle "proprietà intellettuali". Il concetto di Copyleft fu introdotto per la prima volta nel 1984 (anno Orwelliano) da Richard Stallman un programmatore americano, il quale aveva esposto il problema di liberare i codici dei programmi dai vari diritti d' autore e brevetti, che ne ostruivano la visibilità, convinto che gli informatici non avrebbero più potuto imparare dai reciproci codici, con una conseguente decaduta dell'arte della programmazione. Il concetto di copyleft si è poi espanso in altri ambiti, ad esempio esiste la cosiddetta opencola, che sul suo sito pubblica la ricetta della bibita stessa e apre così a tutti la possibilità di creare e migliorare la bibita. Nell' ambito musicale le cose sono "leggermente" differenti; nel corso degli anni, infatti, si è consolidato il mercato discografico e dell' intrattenimento, il quale ha venduto e vende milioni di oggetti (DVD, VHS, CD ecc.) che contengono idee e modi di pensare degli artisti. Il problema è che con la digitalizzazione delle informazioni ormai non c'è più bisogno di comprare dei supporti. Basta scaricare dalla rete degli MP3 (ad esempio) per ascoltare della musica senza bisogno di nessun supporto particolare. Quest' ottica ovviamente alle case discografiche non fa per nulla piacere ed è per questo che come sappiamo "combattono la pirateria". Mi rendo conto che la mia maniera di vedere le cose è estrema, ma le case discografiche non servono più a niente!!! Ormai chiunque può registrare un disco, anche a casa propria, e può distribuirlo sempre in proprio attraverso la rete, quindi, ripeto, le case discografiche non servono più a nulla. L' unico passo da compiere è quello di cambiare la contestualizzazione di colui che scrive musica: il musicista (inteso come autore e non esecutore di brani) non può essere più un lavoro! Chi scrive musica deve farlo gratis!!! Concludo dicendo che la mia non è una semplice provocazione, ma la speranza che le nuove tecnologie servano ad arricchire intellettualmente le persone e non i portafogli dei discografici.

mercoledì, febbraio 22, 2006

Attenti alle spie

Nell' eterna lotta tra chi scambia file in rete, convinto che le leggi sul copyright siano obsolete e da cambiare, e coloro che cercano di distruggere l' intero sistema (o idea) del peer2peer, ieri è stato assestato un altro colpo ai danni dei primi, a mio avviso inutile. Il server Razorback2 è stato sequestrato dalla polizia Belga; infatti nonostante fosse svizzero (e quindi in territorio neutrale) la maggior parte delle macchine di Razorback si trovano in Belgio. Personalmente sono convinto che anche questa azione sia completamente inutile; equivale ad aver pescato un grande trafficante di droga (o meglio qualcuno che conosce gli indirizzi degli spacciatori); non per questo la rete di spaccio internazionale si arresta, ma semplicemente cambia strade. La cosa "pericolosa" è che al posto del vecchio, e originale, Razorback sono comparsi nuovi, sospetti, server con il nome Razorback2 o Razorback 2.1 ecc. E' ovviamente sconsigliabile collegarsi a questi server, i quali molto probabilmente non sono altro che "guardoni" incaricati dalle forze dell' ordine di spiare nei computer dei cittadini (ma è legale tutto ciò?). Consiglio a tutti di collegarsi a DonkeyServer No1(61.241.53.2:4242) e di usare programmi come peerguardian per cercare di difendersi da potenziali intrusioni non desiderate.

domenica, febbraio 19, 2006

Sfidando il freddo siberiano (ti faccio meno male del trapianto del rene)


Questo è un post un po' speciale; mi rivolgo in particolar modo al mio amico e musicista Danielsound: nella sezione video ho aggiunto la nostra ultima creazione, suonata in assenza di termosifoni, causa rottura, che titolo ancora non ha. In barba ai problemi che Calderoli e la corte di cassazione sollevano io e Danile continuiamo a ritagliarci un po' di tempo che è lontano dalla contingenza e ad ipotizzare paradisi rumorosi...

domenica, febbraio 12, 2006

Magia del piano


Poche ore fa, ma legalmente irei sera, ho assistito al concerto dei Piano Magic. Il luogo merita di diritto d' essere menzionato, ovvero il Duel Beat di Agnano, che sta proponendo dei concerti interessantissimi ad un prezzo strepitoso (10 euro!!!).
Il gruppo entra in scena alle 23 circa e dopo aver assistito alla proiezione di immagini dello spazio e delle galassie lontane lontane...ecco che arrivano i suoni di quei posti così persi nel tempo e nello spazio. Il suono dei Piano Magic è travolgente ("incapante" è il termine dialettale intraducibile), già dalla prima canzone non si riesce a distrarsi, giri di basso semplici e batteria quasi minimale impongono alla testa di oscillare e di non perdere il tempo.
I due chitarristi (uno dei quali cantante) si accaniscono alla ricerca di suoni aperti, dilatati, ma non troppo, quel tanto che basta per stordirti e confonderti. La chitarra del cantante più volte mi ricorda il suono di un mandolino digitale...
Il quinto uomo è camuffato da tastierista, ma dirige con riserbo e moderazione il resto dei suoni programmati, pensati ma non producibili con strumenti convenzionali (fortuna che c' è l' elettronica).
Il concerto fila via in maniera fluida, solo i ringraziamenti del cantante tra un brano e l'altro riportano lo spettatore con i piedi per terra, pronto a ripartire e ad immergersi nel magma di suoni che in due occasioni sembra esplodere in un vortice di colori...
Insomma mi son piaciuti e non poco, non mi dilungo nella descrizione della serata, anche perchè ho sonno, ma approfitto per far notare che c' è un link a lato da cui è possibile scaricare una sessione video delle prove che io e Daniele svolgiamo a casa mia. Se vi va commentate e criticate, siete un po' tutti parte degli Eddy From The Enot.

P.S. La foto dei Piano Magic è stata scattata da Lucio Carbonelli aka Sand

martedì, febbraio 07, 2006

C' era una volta il Carosello

Quello che pretenderei da una società civile è il ritorno ad una quantità di pubblicità che sia parte necessaria della televisione e non parte fondamentale della televisione. L' ottica secondo cui un programma è realizzato per vendere pubblicità è, a mio avviso, distorta. I compensi di coloro che operano nell' ambito televisivo sono esorbitanti ed ingiustificati, lamento un' insofferenza in quanto spettatore e non mi basta sapere di poter spegnere il televisore. Non trovo giusto tutto ciò; tornando al discorso di televisione pubblica, che ho affrontato nel post precedente, pretendo che i miei gusti, in linea con altri "spettatori", siano rispettati. In quanto cittadino voglio usufruire del servizio pubblico televisivo! C' è bisogno di una serie di direttive che ridimensionino la quantità di pubblicità che si deve sopportare, non ci si può nascondere dicendo che è un libero mercato. Un libero mercato ha bisogno di regole. Non posso essere asfissiato durante una passeggiata da cartelloni pubblicitari che mi perseguitano, nè posso essere asfissiato da ore di spot solo perchè ho deciso di vedere un film o un programma in tv. Fin quando il nostro rappresentante è colui che la pubblicità la vende, la logica di mercato, sempre a mio avviso, rimarrà distorta e tenderà, ma forse già lo è, a divenire cosa normale.

sabato, febbraio 04, 2006

Di tutto? Di più?

Ho aggiunto all' interno del blog un link al sito di una web tv italiana molto famosa, la Arcoiris, quella che mandò in onda la seconda puntata di Raiot per intenderci. Oltre a visitare e sostenere il sito, invito tutti a firmare un appello sacrosanto, il cui link si trova anche sulla homepage del sito in questione. In breve quello che si chiede è di mettere a disposizione di tutti gli italiani (almeno) il vastissimo archivio Rai. In questo modo oltre che rendere un servizio alla cittadinanza/pubblico, la quale è tenuta anche a pagare un canone che di anno in anno tende ad aumentare, si renderebbe visibile e soprattuto rivisitabile una serie di notizie e filmati. Mi riferisco a situazioni di tutti i giorni: a chi non capita di perdersi un' edizione del telegiornale oppure non riuscire a vedere un programma perchè collocato in ore improponibili? Tra l' altro rendendo fruibile in qualsiasi momento ciò che sulla Rai va in onda si tenderebbe a contrastare, almeno in parte, la grave pecca della televisione nei confronti della carta stampata: infatti ciò che va in onda attualmente non si può "rileggere" semplicemente sfogliando all' indietro il telecomando.

giovedì, febbraio 02, 2006

Il digitale terrestre è atterrato!

IBM Business Consulting Services (BCS) annuncia un nuovo rapporto sul futuro della televisione dal titolo "The End of Tv as We Know It, A Future Industry Perspective", una panoramica sul futuro dell'industria che prevede cambiamenti immediati e irreversibili in segmenti chiave dell'industria televisiva, non meno profondi di quelli sperimentati dall'industria musicale.
Quando si dice che investire sul digitale terrestre non è una cosa saggia forse non si sbaglia. Mi sono ritrovato su questo sito e mi sono visto preso alla sprovvista. C' è fortunatamente gente che convoglia e riordina il mare di possibilità offerte da internet e quindi grazie a costoro tutti possiamo avere vantaggi senza pagare niente, ma forse soltanto ringraziando. Questo per dire che grazie alla iptv tra qualche anno la televisione come la conosciamo noi finirà di esistere (se Pasolini fosse ancora vivo!) e molto probabilmente (vedendola da ottimista) l' utente avrà finalmente la libertà che merita. La libertà non di dare i soldi a Mediaset, La7 o Sky (ovvero Berlusconi, Trochetti Provera, Murdock) per vedere una fottuta partita di calcio, come avviene adesso, ma la libertà di scegliere in autonomia di vedere quel che IO voglio. Comunque ho scritto questo post preso dall' euforia di cui il sito mi ha riempito.

P.S.
Mi piace troppo scrivere usando i link, peccato non averlo potuto fare al liceo.

lunedì, gennaio 30, 2006

Il bisogno fisiologico della cultura

Come tutti quanti, il più del tempo lo passo a chiedermi quale sia il senso delle ore, delle giornate e della vita, che altro non è che una serie di ore (di numero aleatorio) messe una dietro l' altra. Ormai giunto alla veneranda età di 26 anni credo (e ovviamente se campo ancora potrei cambiare credo) che a parte l' intrinseco non senso della vita, in essa vada ricercata l' ampliamento delle proprie conoscenze e, dove possibile, delle proprie capacità. Ovvero insieme alla crescita del corpo, che è cosa naturale, rivendico la crescita della mia mente e infine della mia personalità. Avendo vissuto in questo Paese ritengo che delle mie molte, moltissime lacune sia io stesso responsabile in prima persona, ma ritengo anche che il sistema di crescita di una persona sia male organizzato e gestito. E' anche vero che molto dipende dai professori che nel proprio cammino si incontrano, ma la società che mi ruota intorno (e in primis la mia famiglia che della società è la parte più vicina a me) in quasi tutte le sue forme non è riuscita ad inculcarmi l' importanza della cultura e soprattutto il diritto, che io come cittadino ho, di conoscere.
Quello che dico è che questa importanza l' ho appresa secondo me troppo tardi e vorrei che invece fosse riconosciuta in età più tenera. Da quello che vedo attraverso i miei nipoti, che sono la next generation, ho paura che la situazione sia peggiorata; dobbiamo renderci conto che l' impegno (non per forza politico) deve entrare a far parte della vita in età giovanile (così come ci entra con prepotenza il telefono cellulare). Le nuove tecnologie sono utilissime e la rete è una speranza: imparare a navigare e a cercare notizie in piena libertà ed in prima persona stando a casa propria è una conquista dell' uomo e una cosa che va difesa ed insegnata subito, non appena si insegna come lanciare internet explorer. Già oggi assistiamo al decadimento delle potenzialità di internet in Paesi come la Cina, in cui per scopi puramente economici quello che si sta vendendo è il diritto dei cittadini cinesi a conoscere, cioè la loro libertà, che gli è stata negata già per troppo in passato (vi rimando qui). Quello che chiedo a chi legge questo è di farmi sapere se c' è una specie di petizione che è possibile firmare per opporsi a tale blocco, io cercherò in rete e nel caso metterò un link nello spazio qui accanto.
Grazie.

venerdì, gennaio 27, 2006

Cut up serale

Il tecnicismo è improponibile, provoca un tumore alle corde vocali. E' un giro di due chitarre prodotto da esse stesse. Il classico può essere piacevole se inondato da vent' anni di alcool.

C' è una sensazione che non si può spiegare.
Si prova un non so cosa dentro e a quel punto vedi tutto di lei.

lunedì, gennaio 23, 2006

Comprare oggi, Pagare in futuro


Questo è un appunto per me, una cosa che mi dico e ridico e che voglio ora finalmente fissare. Credo fermamente che una delle cose fondamentali, più che scegliere un candidato politico, sia quella di scegliere di acquistare qualcosa. Ultimamente, ovvero negli ultimi anni, ho assistito alla emancipazione del concetto di debito; quindi nei negozi oltre a trovare i cartellini con i prezzi, si trovano sempre più spesso anche i prezzi ed il numero delle rate da pagare.
Del resto è da tempo che sento dire che l' Italia (quindi tutti noi) ha un debito enorme.
Trovo che sia una "manovra" subdola dell' economia quella di permettere di acquistare tutto e subito, perchè facendo così si invogliano i "consumatori" a comprare dei beni e servizi, il più delle volte costosi, a cui probabilmente si dovrebbe rinunciare, semplicemente perchè troppo costosi. Ormai siamo arrivati al punto in cui ci si vergogna a dire "NON POSSO PERMETTERMELO".
Ovviamente non mi riferisco ai beni "necessari" come una casa o un' auto, che effettivamente non si possono acquistare in contanti.
Non sono certamente io a voler dire cosa sia necessario o meno, ma faccio un esempio: comprare un telefonino nuovo "a rate", se già se ne possiede uno perfettamente funzionante,anche se con qualche funzione in meno, non sia la cosa migliore da fare.
Vorrei in futuro, quando forse percepirò un compenso, rileggere questo post. Non voglio diventare un Consumatore, ma restare un consumatore, comprare quello che mi serve e quello che posso permettermi; se non posso permettermi una Ferrari non la compro, sempre meglio di vivere il resto della vita per saldare il debito, rinunciando magari per questo ad andare ad un concerto o a cena fuori.