giovedì, dicembre 21, 2006

Chi vuol essere religioso?

Che le parole siano importanti è risaputo e condiviso da tutti, ma molto spesso ci si dimentica di ciò e si rischia di dire cose che in realtà non andrebbero dette. Ieri sera a "Chi vuol essere milionario?" Gerry Scotti ha commesso questo "errore", ma la cosa che mi ha spinto a scrivere questo post è che forse nessuno se n' è accorto.
L'argomento era imposto da una domanda del quiz, la quale recitava: "Cos' è la pietra nera presente alla Mecca?".
Dunque, la pietra nera è un meteorite e purtroppo (ai fini del gioco) il concorrente, non essendone al corrente, è ricorso ad un aiuto (quello del pubblico) per scoprirlo. La frase o meglio l' aggettivo che mi ha dato "fastidio" è stato pronunciato da Gerry Scotti subito dopo aver decretato la correttezza della risposta: "Purtoppo facciamo fatica con la NOSTRA religione, figuriamoci con le altre".
A meno che il presentatore non usi il plurale maiestatis mi verrebbe da dire:"Io non ci sto!". Quale sarebbe la nostra religione? Quella cattolica? E perchè io devo essere etichetato come un iniziato a questa grande setta (il cattolicesimo) solo perchè nato in Italia? E' vero che la maggior parte degli abitanti di questa penisola è cattolico, ma la Repubblica italiana è laica si o no? E allora perchè? Perchè non ho la libertà (la vera libertà) di essere di un' altra religione oppure, udite udite, ateo?
Comunque a parte questo mini sfogo, sono ottimista e spero che il tempo imponga questi discorsi in maniera automatica, del resto ho appreso ultimamente che solo nel Veneto vivono e lavorano 288.732 stranieri (spero con religioni diverse dalla NOSTRA).

lunedì, dicembre 04, 2006

da "Petrolio" di P.P.P.

Il sorriso di XXX è invece un sorriso di complicità, quasi ammiccante: è decisamente un sorriso colpevole. Con esso XXX pare voler dire a chi lo guarda che lui lo sa bene che chi lo guarda lo considera un uomo abbieto e ambizioso, capace di tutto, assolutamente privo di un punto debole, malgrado quella sua aria da ex colleggiale povero e da leccapiedi da sagrestia: e vuol dire al tempo stesso, a chi lo considera tale, che lo può pure fare, e che, se per caso, su questo punto, ci fossero dei conti da regolare, la cosa era, oggettivamente, rimandata sine die (cioè al giorno in cui XXX non fosse stato più un potente). Non solo, ma ogni regolamento di conti, con l'impotente e idealista 'semplice cittadino' che formulasse su di lui un giudizio sulla verità da lui stesso ammessa, era sempre, in qualche modo impedito da qualcosa di più urgente, di più pubblicamente urgente.
[...] Infine questo sorriso esprimeva anche un altro messaggio, che è un messaggio essenziale, indispensabile e direi quasi sacro in Italia: XXX, cioè, sorridendo furbescamente, voleva far sapere ininterrottamente, senza soluzione di continuità, e a tutti che egli era furbo. Quindi che lo si lasciasse andare, per carità, che lui 'sapeva certe cose', 'aveva certi affari urgenti di importanza nazionale' , che lui 'era così abile e diciamo pure strisciante' da cavarsela sempre nel migliore dei modi e nell'interesse di tutti. [...]

venerdì, dicembre 01, 2006

"Non buttare niente, è peccato"

In "TotòTruffa 62" in una delle tante truffe escogitate dal duo Totò-Taranto c'è quella famosa in cui Totò si traveste da ambasciatore del Katanga per richiedere le famose 55mila lire allo sprovveduto signor Rossi. Durante la truffa viene inscenata anche una telefonata in cui si parla di Mobutu...Ma perchè il Katanga? E chi è questo Mobutu? E' mai esistito?

Dunque nel 1960 (il film è stato girato nel 1961) Patrice Emery Lumumba (alleato del Movimento Nazionale Congolese di Liberazione) divenne primo ministro del Congo. Lumumba provò ad opporsi alla potenza coloniale belga, ma questa inviò truppe nel Katanga, la regione mineraria e secessionista del Congo. In seguito Lumumba fu destituito e poi arrestato dal Colonnelo Mobutu; infine trasferito in Katanga fu giustiziato il 17 Gennaio 1961.

Suppongo che la notizia ebbe eco anche dalle nostre parti, visto che in questo film ci sono scene che si rifanno a questi fatti di cronaca contemporanea (dell'epoca).