lunedì, febbraio 27, 2006

Misantropia?














La massa ha preso coscienza e potere nel secolo scorso, ma più di una volta questo potere è stato nuovamente accentrato e usato contro le masse stesse. La gente cerca di fidarsi, anche per sgravare le proprie responsabilità ed è invogliata a fidarsi dei propri rappresentanti. Ma quanto questi dipendenti (per chiamarli come suggerisce Grillo) ci rappresentano? Personalmente, come in molti credo, non mi sento rappresentato. Tuttavia ho assistito a scene che dal mio punto di vista sono raccapriccianti. Bandiere, slogan e quant' altro per inneggiare al premier (siamo tutti con te!!!) di questo o di quell' altro partito. Sono scene che a me non piacciono ed anzi fanno paura: persone che quasi annullano se stessi e con in mano i vessilli di un partito, che credono sia il "proprio", sono disposte a seguire ciecamente le idee e i dettami del leader. Che siano gli ultras di una squadra di calcio o gli elettori di un partito a riempire un palazzetto, che cambia? A me fanno paura entrambi.

Nel governo scorso il numero dei parlamentari è stato ridotto (si voleva dimezzarlo) ed i poteri del presidente del consiglio sono cresciuti; è una strada che porta inevitabilmente ad accentrare il potere, perchè non si è pensato di aumentare i parlamentari e diminuire drasticamente i loro stipendi?

giovedì, febbraio 23, 2006

Copia a destra o copia a sinistra?

La faccenda sui diritti d' autore si fa sempre più intricata e orami sta diventando un dibattito politico e sociale sulla proprietà della conoscenza e su come essa è usata: da un lato c' è chi crede nella libera circolazione delle idee, dall' altro chi preferisce definirle "proprietà intellettuali". Il concetto di Copyleft fu introdotto per la prima volta nel 1984 (anno Orwelliano) da Richard Stallman un programmatore americano, il quale aveva esposto il problema di liberare i codici dei programmi dai vari diritti d' autore e brevetti, che ne ostruivano la visibilità, convinto che gli informatici non avrebbero più potuto imparare dai reciproci codici, con una conseguente decaduta dell'arte della programmazione. Il concetto di copyleft si è poi espanso in altri ambiti, ad esempio esiste la cosiddetta opencola, che sul suo sito pubblica la ricetta della bibita stessa e apre così a tutti la possibilità di creare e migliorare la bibita. Nell' ambito musicale le cose sono "leggermente" differenti; nel corso degli anni, infatti, si è consolidato il mercato discografico e dell' intrattenimento, il quale ha venduto e vende milioni di oggetti (DVD, VHS, CD ecc.) che contengono idee e modi di pensare degli artisti. Il problema è che con la digitalizzazione delle informazioni ormai non c'è più bisogno di comprare dei supporti. Basta scaricare dalla rete degli MP3 (ad esempio) per ascoltare della musica senza bisogno di nessun supporto particolare. Quest' ottica ovviamente alle case discografiche non fa per nulla piacere ed è per questo che come sappiamo "combattono la pirateria". Mi rendo conto che la mia maniera di vedere le cose è estrema, ma le case discografiche non servono più a niente!!! Ormai chiunque può registrare un disco, anche a casa propria, e può distribuirlo sempre in proprio attraverso la rete, quindi, ripeto, le case discografiche non servono più a nulla. L' unico passo da compiere è quello di cambiare la contestualizzazione di colui che scrive musica: il musicista (inteso come autore e non esecutore di brani) non può essere più un lavoro! Chi scrive musica deve farlo gratis!!! Concludo dicendo che la mia non è una semplice provocazione, ma la speranza che le nuove tecnologie servano ad arricchire intellettualmente le persone e non i portafogli dei discografici.

mercoledì, febbraio 22, 2006

Attenti alle spie

Nell' eterna lotta tra chi scambia file in rete, convinto che le leggi sul copyright siano obsolete e da cambiare, e coloro che cercano di distruggere l' intero sistema (o idea) del peer2peer, ieri è stato assestato un altro colpo ai danni dei primi, a mio avviso inutile. Il server Razorback2 è stato sequestrato dalla polizia Belga; infatti nonostante fosse svizzero (e quindi in territorio neutrale) la maggior parte delle macchine di Razorback si trovano in Belgio. Personalmente sono convinto che anche questa azione sia completamente inutile; equivale ad aver pescato un grande trafficante di droga (o meglio qualcuno che conosce gli indirizzi degli spacciatori); non per questo la rete di spaccio internazionale si arresta, ma semplicemente cambia strade. La cosa "pericolosa" è che al posto del vecchio, e originale, Razorback sono comparsi nuovi, sospetti, server con il nome Razorback2 o Razorback 2.1 ecc. E' ovviamente sconsigliabile collegarsi a questi server, i quali molto probabilmente non sono altro che "guardoni" incaricati dalle forze dell' ordine di spiare nei computer dei cittadini (ma è legale tutto ciò?). Consiglio a tutti di collegarsi a DonkeyServer No1(61.241.53.2:4242) e di usare programmi come peerguardian per cercare di difendersi da potenziali intrusioni non desiderate.

domenica, febbraio 19, 2006

Sfidando il freddo siberiano (ti faccio meno male del trapianto del rene)


Questo è un post un po' speciale; mi rivolgo in particolar modo al mio amico e musicista Danielsound: nella sezione video ho aggiunto la nostra ultima creazione, suonata in assenza di termosifoni, causa rottura, che titolo ancora non ha. In barba ai problemi che Calderoli e la corte di cassazione sollevano io e Danile continuiamo a ritagliarci un po' di tempo che è lontano dalla contingenza e ad ipotizzare paradisi rumorosi...

domenica, febbraio 12, 2006

Magia del piano


Poche ore fa, ma legalmente irei sera, ho assistito al concerto dei Piano Magic. Il luogo merita di diritto d' essere menzionato, ovvero il Duel Beat di Agnano, che sta proponendo dei concerti interessantissimi ad un prezzo strepitoso (10 euro!!!).
Il gruppo entra in scena alle 23 circa e dopo aver assistito alla proiezione di immagini dello spazio e delle galassie lontane lontane...ecco che arrivano i suoni di quei posti così persi nel tempo e nello spazio. Il suono dei Piano Magic è travolgente ("incapante" è il termine dialettale intraducibile), già dalla prima canzone non si riesce a distrarsi, giri di basso semplici e batteria quasi minimale impongono alla testa di oscillare e di non perdere il tempo.
I due chitarristi (uno dei quali cantante) si accaniscono alla ricerca di suoni aperti, dilatati, ma non troppo, quel tanto che basta per stordirti e confonderti. La chitarra del cantante più volte mi ricorda il suono di un mandolino digitale...
Il quinto uomo è camuffato da tastierista, ma dirige con riserbo e moderazione il resto dei suoni programmati, pensati ma non producibili con strumenti convenzionali (fortuna che c' è l' elettronica).
Il concerto fila via in maniera fluida, solo i ringraziamenti del cantante tra un brano e l'altro riportano lo spettatore con i piedi per terra, pronto a ripartire e ad immergersi nel magma di suoni che in due occasioni sembra esplodere in un vortice di colori...
Insomma mi son piaciuti e non poco, non mi dilungo nella descrizione della serata, anche perchè ho sonno, ma approfitto per far notare che c' è un link a lato da cui è possibile scaricare una sessione video delle prove che io e Daniele svolgiamo a casa mia. Se vi va commentate e criticate, siete un po' tutti parte degli Eddy From The Enot.

P.S. La foto dei Piano Magic è stata scattata da Lucio Carbonelli aka Sand

martedì, febbraio 07, 2006

C' era una volta il Carosello

Quello che pretenderei da una società civile è il ritorno ad una quantità di pubblicità che sia parte necessaria della televisione e non parte fondamentale della televisione. L' ottica secondo cui un programma è realizzato per vendere pubblicità è, a mio avviso, distorta. I compensi di coloro che operano nell' ambito televisivo sono esorbitanti ed ingiustificati, lamento un' insofferenza in quanto spettatore e non mi basta sapere di poter spegnere il televisore. Non trovo giusto tutto ciò; tornando al discorso di televisione pubblica, che ho affrontato nel post precedente, pretendo che i miei gusti, in linea con altri "spettatori", siano rispettati. In quanto cittadino voglio usufruire del servizio pubblico televisivo! C' è bisogno di una serie di direttive che ridimensionino la quantità di pubblicità che si deve sopportare, non ci si può nascondere dicendo che è un libero mercato. Un libero mercato ha bisogno di regole. Non posso essere asfissiato durante una passeggiata da cartelloni pubblicitari che mi perseguitano, nè posso essere asfissiato da ore di spot solo perchè ho deciso di vedere un film o un programma in tv. Fin quando il nostro rappresentante è colui che la pubblicità la vende, la logica di mercato, sempre a mio avviso, rimarrà distorta e tenderà, ma forse già lo è, a divenire cosa normale.

sabato, febbraio 04, 2006

Di tutto? Di più?

Ho aggiunto all' interno del blog un link al sito di una web tv italiana molto famosa, la Arcoiris, quella che mandò in onda la seconda puntata di Raiot per intenderci. Oltre a visitare e sostenere il sito, invito tutti a firmare un appello sacrosanto, il cui link si trova anche sulla homepage del sito in questione. In breve quello che si chiede è di mettere a disposizione di tutti gli italiani (almeno) il vastissimo archivio Rai. In questo modo oltre che rendere un servizio alla cittadinanza/pubblico, la quale è tenuta anche a pagare un canone che di anno in anno tende ad aumentare, si renderebbe visibile e soprattuto rivisitabile una serie di notizie e filmati. Mi riferisco a situazioni di tutti i giorni: a chi non capita di perdersi un' edizione del telegiornale oppure non riuscire a vedere un programma perchè collocato in ore improponibili? Tra l' altro rendendo fruibile in qualsiasi momento ciò che sulla Rai va in onda si tenderebbe a contrastare, almeno in parte, la grave pecca della televisione nei confronti della carta stampata: infatti ciò che va in onda attualmente non si può "rileggere" semplicemente sfogliando all' indietro il telecomando.

giovedì, febbraio 02, 2006

Il digitale terrestre è atterrato!

IBM Business Consulting Services (BCS) annuncia un nuovo rapporto sul futuro della televisione dal titolo "The End of Tv as We Know It, A Future Industry Perspective", una panoramica sul futuro dell'industria che prevede cambiamenti immediati e irreversibili in segmenti chiave dell'industria televisiva, non meno profondi di quelli sperimentati dall'industria musicale.
Quando si dice che investire sul digitale terrestre non è una cosa saggia forse non si sbaglia. Mi sono ritrovato su questo sito e mi sono visto preso alla sprovvista. C' è fortunatamente gente che convoglia e riordina il mare di possibilità offerte da internet e quindi grazie a costoro tutti possiamo avere vantaggi senza pagare niente, ma forse soltanto ringraziando. Questo per dire che grazie alla iptv tra qualche anno la televisione come la conosciamo noi finirà di esistere (se Pasolini fosse ancora vivo!) e molto probabilmente (vedendola da ottimista) l' utente avrà finalmente la libertà che merita. La libertà non di dare i soldi a Mediaset, La7 o Sky (ovvero Berlusconi, Trochetti Provera, Murdock) per vedere una fottuta partita di calcio, come avviene adesso, ma la libertà di scegliere in autonomia di vedere quel che IO voglio. Comunque ho scritto questo post preso dall' euforia di cui il sito mi ha riempito.

P.S.
Mi piace troppo scrivere usando i link, peccato non averlo potuto fare al liceo.