giovedì, gennaio 24, 2008

Cathodic Ray Mission (correva l'anno 1986)

"Ma anche le belle donne costano molto magari, no?". Certo tutto ha un costo in denaro, no?

giovedì, gennaio 17, 2008

E se fosse come per il cinema?

A volte mi interrogo sui cambiamenti e sul fatto che sono immerso in essi e ne faccio parte; in un modo o nell'altro devo cercare di dare senso agli avvenimenti che avvengono intorno a me. Pensando al peer2peer, di cui ho già scritto più volte, sto iniziando a credere che si sta giungendo ad un cambiamento radicale nella fruizione della musica, e non mi riferisco al fatto banale che i dischi non si comprano più, ma ad un cambiamento più drastico. Come per un film e in maniera maggiore per un libro, anche per un album, ai nostri giorni, la possibilità di avere il tempo per riascoltare è molto ridotta; nell'era pre-internet l'acquisto di un disco era ponderato e il disco segnava un periodo in cui veniva ascoltato e riascoltato(nel caso del vinile letteralmente consumato), invece oggi gli mp3 circolano, vengono ascoltati poi cancellati, e raramente riascoltati. Non c'è più tempo neanche per far emergere un movimento musicale, si produce molta musica (come da sempre), ma adesso, nell'era post-internet c'è la possibilità di poterla ascoltare teoricamente tutta, con il risultato di non riuscire a godersela.

sabato, gennaio 12, 2008

Ci risiamo


Nel 2006 avevo scelto "The Greatest" come uno dei migliori album dell'anno, con mio stesso stupore, del resto diciamo che il country/blues/pop non è propriamente il mio "genere". Ed ora ci risiamo, dopo aver già fatto un album di cover ("The Cover Records" appunto) Cat Power torna con uno strepitoso disco che suona alla perfezione. Suona come The Greatest con una fantastica Dirty Delta Blues Band, che ha incorporato il calore dei dischi in vinile. Ci risiamo, già in "The Cover Records" aveva reso irriconoscibile uno dei brani più famosi in assoluto (Satisfaction) e adesso riesce a rifarlo con un brano forse ancora più noto, New York cantata nientepocodimeno che dalla Voce in persona. E non è che il primo brano del disco, seguono mostri sacri della musica americana compreso quel tale con lo stesso nome dell'indagatore dell'incubo. La donzella col caschetto rivisita anche un suo vecchio brano tratto dal disco considerato best seller (MoonPix) e ce ne propone uno tutto nuovo niente male.
Dopo averla vista ad Urbino in solitario avevo abbassato la guardia nei confronti della tipa, ma se viene da queste parti (cioè Roma) con la band al seguito penso che una birra a bordo palco non me la toglie nessuno. Video nuovi ancora non ci sono sul Tubo, quindi ne ho messo uno a caso, ah, a proposito il disco di cui ho parlato in questo post si chiama Jukebox e potrebbe anche essere uno dei migliori del 2008...

giovedì, gennaio 10, 2008

Si stava meglio quando si stava meglio

Per la serie siamo troppo giovani per ricordare perché c'eravamo, ma non c'eravamo ecco a voi "Il Male". Una rivista SATIRICA italiana che per cinque anni (dal 1978 al 1982) ha dato spazio a moltissime schegge impazzite della nostra bella Italia. Alla fine degli anni 70, quando il mondo non era ancora in discesa totale, quando il sociale aveva ancora un senso e quando la "professione" del comico televisivo forse non esisteva, nè tantomeno quella del "satiro" televisivo (vedesi il Crozza, che chissà come mai non viene censurato). Su questo settimanale hanno scritto e disegnato persone del calibro di Cinzia Leone, Vauro (che ora bazzica Anno Zero), Andrea Pazienza, Tanino Liberatore, Filippo Scozzari e Stefano Tamburini (questi ultimi 4 ideatori di Cannibale prima e Frigidaire poi). Insomma come mai NESSUNO degli attempati politologhi o opinionisti del cazzo nomina mai questo settimanale quando si parla di Satira? Come mai?! Ho idea che la satira c'era ed è stata eliminata per evitare che le persone si ponessero interrogativi "pesanti". Se andate su questa pagina di wikipedia scoprirete che l'unica rivista italiana tra quelle menzionate ancora esistente è "Il Vernacoliere" di Livorno, le altre sono TUTTE defunte. Se siete a conoscenza di altre riviste satiriche vi invito a scrivere il loro nome nei commenti a questo post.

mercoledì, gennaio 09, 2008

Il mio nome è Alex-D

In nessuno spazio. In nessun tempo. In un ambiente per forza di cose calmo e sereno nasce Alex-D Punto. Punto nel senso geometrico del termine, Alex nasce Punto e non sa, come tutti, come nasce e soprattutto perché. Pensate alla cosa più piccola che riuscite ad immaginare, bene, adesso mettetela tra le lenti di un microscopio. Fatto? Se riuscite a vedere qualcosa quel qualcosa sarà ancora milioni di volte più grande di Alex. Alex è piccolo, piccolissimo, infinitesimo: in pratica non ha dimensioni. Mi piacerebbe dire che passano i giorni e Alex cresce, ma purtroppo non c’è tempo e non c’è spazio e non c’è crescita. Eppure il nostro Punto pensa, si interroga e si pone tutte le domande che chiunque si porrebbe al suo posto, è subito preso da ciò che si potrebbe definire spleen: tristezza, melanconia oppure fondamento di una volontà pronta ad investire il mondo?

lunedì, gennaio 07, 2008

Ritorno all'età della pietra


2008:Fuga da Caserta.Mi sono ritrovato in una piccola comune a Letino con ben 8 amici e la mia amante, con un camino perennemente acceso, tra le montagne e la neve, mangiando tanto e bene, bevendo vino e birra. Un imbarbarimento che tale non è. Le mie origini sono contadine e forse il mio DNA questa volta ha gridato così forte da farsi sentire chiaramente. Appena giunti a casa di Vincenzo (il nostro benefattore, donatore di prosciutto) ecco che il colpo d'occhio accende già il sublime: il nostro vicino di casa è uno scultore, che ha il suo terreno pieno zeppo di opere e massi di svariate dimensioni. Chi è costui? Mi viene detto che si tratta di Stolu e che due sue opere sono presenti a Caserta in via Rosselli (una via dedicata a Valentina di Crepax?!). Ricordo subito le opere in questione e penso che a me non sono mai piaciute, anche se non ho mai prestato la giusta attenzione dato che da quelle parti ci passo sempre e solo in auto. Il giorno dopo con macchina fotografica a tracolla facciamo la conoscenza di questo "strano tipo" e gli chiediamo se è possibile fotografarlo mentre lavora. Lui acconsente, è dalla prima mattina che armato di scalpello e flex è lì che incide e leviga la pietra. Ci parla a modo suo, chiarisce subito che lui non ha cultura, non ha studiato, non ci intratterrà con elucubrazioni sul suo operato e sulla sua arte. Ci fa intendere che egli non apprezza molto questa società (quale artista la apprezza?), preferisce stare a Letino, zappare la terra e modellare pietre. Intanto io mi guardo attorno, ovunque pietre, piccole e grandi, di ogni dimensione, pietre attaccate ai muri, conficcate nel terreno, in orizzontale, in verticale, addossate, altre messe in fila a creare un recinto che racchiude l'arte di questo "sempliciotto". La matrice di quello che Stolu scolpisce è essenzialmente di doppia natura, cristiana e politica (ecco un cattocomunista, ma non lo dico in senso spregiativo) puoi trovare la camera del parlamento da una parte e l'ultima cena dall'altra. Non voglio spingermi in critiche sulla sua opera, non ne sarei capace (in senso stretto) e non mi importa farlo. Quest'uomo ha una vis artistica intrinseca, la voglia di esprimersi, di fare, di dire e di dialogare. Siamo rimasti per tre notti suoi vicini di casa, ci ha "corrotto", come dice lui, regalandoci delle sue piccole opere e poi è tornato a lavorare salutandoci: "Buon viaggio, tornate a Caserta, tornate nella melma". Mi fa piacere pensare che a prescindere da tutto, che mi piaccia o meno quello che fa, Stolu è lì su una montagna, e che ogni giorno si alza di buon ora per mettersi a scolpire, pur sapendo che forse non avrà mai una ricompensa adeguata ai suoi sforzi. Buon lavoro Stolu!