mercoledì, marzo 29, 2006

martedì, marzo 21, 2006

Concezione borghese e mercato dell' intrattenimento


Ultimamente mi sono ritrovato a riflettere sulla parola "collezione" e su tutto ciò che ruota attorno ad essa e da essa trae spunto, meditando così anche su alcune scelte pratiche che mi coinvolgono direttamente. In particolare sono partito dall' ovvia osservazione che la "collezione" è qualcosa che fa comodo a chi, nell' ingranaggio del mercato, si trova a svolgere la funzione del venditore, distributore ecc. Infatti, contando sul motto "Collezionali tutti!!!", si riescono a vendere molti più prodotti e questa è una trovata da parte del venditore che si può tranquillamente definire brillante.
Quando però questo meccanismo si inizia ad applicare a prodotti di natura artistica, allora, secondo me, vengono al pettine nodi difficili da districare. Parecchie volte ho sentito usare la parola collezione in ambiti che secondo me non dovrebbero riguardarla. Più volte mi si è detto: "Ho quasi finito la collezione dei dischi di questo artista". Lungi dal voler giudicare o sentenziare alcunché, voglio solo sottolineare l' aspetto che, secondo me, predomina in questi casi, cioè quello del possesso, che, spesso rischia di prevalere sull' aspetto prettamente artistico. Ho l' impressinone che si voglia esibire la collezione (di quadri, libri, dischi, film ecc.) come dimostrazione di ricchezza personale, che oltre ad essere economica, sia anche intellettuale. Arrivando ai paradossi, sono sicuro che molte persone si ritrovano in casa dei quadri, anche costosissimi, che magari non apprezzano, ma che esaltano ed esibiscono con sadico piacere, durante ricevimenti o semplici visite da parte di amici o parenti.
Pur essendo sostenitore del file-sharing e delle sue potenzialità, devo notare che da quando esso esiste, il fenomeno del "collezionismo" di dischi o altre opere di ingegno è aumentato, poichè non vige più l' onere di spendere per avere; il nuovo assurdo è che molte persone si ritrovano (per il semplice gusto di possedere) molte opere nel proprio computer che forse non ascolteranno/vedranno mai.

Vorrei autocriticarmi poichè posseggo dei dischi di cui forse non sentirei la mancanza, ma che essendo opera di gruppi a me cari, ho acquistato "a prescindere" dal contenuto.

sabato, marzo 18, 2006

La voce del fato


V come vendetta, V come cinque novembre, V come stanza numero cinque e V come vittoria, vittoria dei popoli sui governi, affermazione della volontà popolare su quella oligarchica. Che dire, V for Vendetta mi ha realmente ampliato gli orizzonti quando ero adolescente; già, perchè nasce come fumetto negli anni '80 ed io ho avuto modo di leggerlo quando ero ancora giovane e "anarchico". Vedere la storia riportata sul grande schermo mi ha fatto molto piacere, vedere V prendere vita, muoversi e agire è stato bello, ma il film resta un film (e per di più legato alle politiche economiche del mainstream, che essenzialmente dell' arte potrebbe anche fare a meno). La poesia e la genialità restano confinate all' interno del volume cartaceo, nelle pagine, nei colori, nei dialoghi e nei silenzi, negli odori della stampa. Quando lessi V per la prima volta era inverno e fuori pioveva, faceva freddo e ranicchiato alla luce di una lampada mi accingevo ad entrare in un mondo di ribellione e soprattutto di idee. All' epoca le idee di ribellione, di affermazione trovavano terreno fertile in una mente anch' essa in pieno fermento e maturazione. Oggi, però, ho una visione diversa, più lata e meno ottimistica delle idee di libertà e giustizia che in V for Vendetta vengono esposte. Quello che penso oggi è essenzialmente questo: "La giustizia non esiste e quindi non vale la pena lottare per essa".

"Opera di straordinaria lucidità e sagacia, V for Vendetta è tutto ciò che i fumetti non avrebbero dovuto essere.
Ora e sempre Inghilterra."

venerdì, marzo 17, 2006

Comunicazione di servizio

E' ufficiale: gli Eddy From The Enot sono alla ricerca (non disperata) di un batterista. Cerchiamo qualcuno a cui soprattuttto piaccia il modo in cui componiamo musica, o per meglio dire, giochiamo con essa. Qualcuno che dietro i tamburi sia in grado di emanare odore di spirito adolescenziale...Troppo spesso infatti ci si domanda:"Come sarà questo pezzo con l'introduzione di una batteria?". Forse è arrivato il momento di scoprirlo, siamo giunti ad articolare 15 tracce e molte di esse necessitano di un trambusto proveniente da una batteria bella carica.
Quindi, tu che leggi, se suoni una batteria e ti piacciono le cose che puoi ascoltare (o vedere) degli Eddy nei link qui a lato, contattaci senza remore alcuna.

lunedì, marzo 13, 2006

Ladies and gentlemen: NIRVANA!!!

Questo è il promo pubblicitario di In Utero.
Correva l' anno 1993.

domenica, marzo 12, 2006

"Libertà a 360°"

Premetto che non voglio infangare nessuno, anche perchè non conosco le biografie ed i meriti o demeriti delle donne di cui sto per parlare e in più non voglio dare giudizi sulle persone. Mi limito ad esporre ciò che mi capita di vedere in TV. L' intervista a Berlusconi da parte di Anna la Rosa nel programma Telecamere, andata in onda qualche tempo fa.Scaricatela e confrontatela con quella andata in onda oggi su raitre, stesso canale di Telecamere, stesso ospite, ma giornalista diversa, cioè Lucia Annunziata. Nel primo caso troverete atmosfere eteree, rilassate e piacevoli, si discute tra l'altro del famoso attacco a tre punte del centro-destra, paragonandolo all' attrettanto famoso attacco del Milan. Tra risate e assensi con il capo la signora la Rosa intrattiene Berlusconi in una piacevole chiacchierata, mancano solo i pasticcini ed una bella tazza di the fumante.
Oggi invece alla signora Annunziata fuma qualcos' altro, ha fatto quello che chiunque avrebbe dovuto fare da tempo, dire tra le righe: "Berlusconi abbassa la cresta e rispondi alle mie domande, sei un cittadino come gli altri!". Evidentemente il presidente del consiglio dei ministri è da troppo tempo abituato ad essere riverito e temuto e non ricorda come si comporta una persona "normale". Quindi, poichè egli viene interrotto dalla Annunziata, che non permette al premier di esibirsi nella solita cantilena, preferisce, come farebbe mio nipote di 7 anni, minacciare di andar via. Io sono spettatore dell' intervista e a questa minaccia reagisco con meraviglia e stupore: "Un uomo di 70 anni, primo ministro del governo italiano minaccia di andar via perchè lo si interrompe?". Lo stupore aumenta e si trasforma in incredulità quando il Berlusconi si alza e se ne va davvero! Con il microfono ancora acceso, anche se non più inquadrato, continua a parlare: "La Rai è controllata da me?". Ma a chi rivolge quella domanda? A sè stesso?
A questo punto, da parte mia, tanto di cappello alla Annunziata, finalmente qualcuno propone un contraddittorio con Berlusconi, qualcuno lo interrompe quando quest' ultimo parte con le battute imparate a memoria per allontanarsi dal vero senso della domanda.
Da oggi guarderò con occhi diversi le imitazini che la Guzzanti (Sabina) propone di Lucia Annunziata; è vero in passato non ha saputo, voluto o potuto opporsi con decisione (forse tirava anche un' aria politica diversa da adesso), ma dopo questa intervista penso che l' ordine dei giornalisti le dovrebbe almeno dedicare un plauso.

sabato, marzo 11, 2006

Che fine ha fatto Scafroglia?


Ma che starà preparando uno dei più grandi comici e satiri della televisione italiana? La sua ultima apparizione, come lampo a ciel sereno, risale alla settimana scorsa all' interno della puntata di "Parla con me" programma che, manco a dirlo, va in onda su raitre.
La più grande prova di autore e attore, a mio avviso, è stata la trasmissione anarchica e senza regole denominata "Il caso Scafroglia", in cui egli interpetrava mille personaggi vecchi e nuovi (il ministro Tremonti, ad esempio) in uno show che andava in onda in orari e giorni sempre diversi, quasi a voler spiazzare ogni volta lo spettatore. In questo circo folle che è il programma stesso, il conduttore (per nulla interessato alla vicenda) cerca di trovare indizzi per recuperare il disperso Scafroglia, intervistando spesso personaggi improbabili.
Consiglio a tutti e in particolare a chi non abbia avuto modo di vederlo all' epoca (parliamo del 2003) di vedere o rivedere una delle più grandi "opere" televisive trasmesse dalla televisione italiana, e non esagero.
Insuperabili resteranno per me il personaggio dell' incappucciato, che si intrometeva nelle frequenze della trasmissione per dare ordini in merito al golpe in preparazione e il milite Barbagli (che vedete in foto) comandante della spedizione facista alla conquista del pianeta Marte (rosso, bolscevico e traditor).

P.S.
Facista non è un errore, va letto proprio così.

lunedì, marzo 06, 2006

Ballando con le scarpe


Ma non nel senso di avere le scarpe ai piedi, bensì facendo proprio ballare le scarpe. Mi sto riferendo al video di tale Jenny Wilson, una musicista svedese che ho avuto modo di apprezzare grazie a quel nuovo canale (il cui nome dovrebbe essere yos e di proprietà della telecom). E' riconoscibile dal logo "non-sense" in alto a destra che in perpetuo movimento ripropone quella che io chiamo slot machine. Comunque tornando alla faccenda delle scarpe, il video è davvero strepitoso, una serie di colpi di genio uno dietro l' altro, potete vederlo sul sito della Wilson. Non ho ancora ascoltato tutto il disco (di esordio sembrerebbe), ma mi è davvero piaciuto tanto, troppo,il singolo (a proposito il nome del brano è "Let my shoes lead me forward"). La sua voce mi ricorda quella della cantante dei Moloko, ma la sua musica è più "classica" di quella dei Moloko, pur catturando l'ascoltatore (cioè io) in maniera completa...E' molto accattivante l' arrangiamento dei brani e non scontato il modo di costruirli. Non voglio esagerare dicendo che è nata una stella, ma consiglio a tutti vivamente l' ascolto, almeno, del brano del video. Il disco si chiama "Love and Youth", che effettivamente non sembra promettere niente di nuovo, e invece...Potere dei videoclip (quando fatti ad "arte")

domenica, marzo 05, 2006

Ho la tastiera sulle ginocchia

Il mondo della musica è in grave crisi. Si sta perdendo il senso del disco, il senso dell' artista. Nonostante la grave crisi che le major dichiarano in atto, continuano ad uscire molti, moltissimi dischi...Dove sta andando la musica? Negli iPod? Nel pret-à-porter? L' artista ha perso il suo ruolo o ne ha guadagnato un altro molto più complesso? Sono tante le domande che mi pongo e a cui non c' è risposta...Certo è che chiunque sia in grado di pensare la musica ormai può "suonarla"; mi viene in mente un racconto di Gibson in cui l' artista è l' artista, a prescindere da tutto il resto. Le idee sono arte, non il modo in cui vengono raffigurate, il pensiero è arte no la tecnica che viene presentata. Ho paura che le nuove generazioni si rapportino con i "singoli" le vecchie "hit" e non abbiano più il tempo di ascoltare un intero album. Oppure sono io il vecchio? Forse non c' è più il tempo per ascoltare un album, ma solo per esporre idee limitate nel tempo. Bisogna essere veloci, sempre più veloci, oppure ci viene imposto di essere sempre più rapidi e veloci?