lunedì, maggio 22, 2006

Redrum

Il mattino ha l'oro in bocca Il mattino ha l'oro in bocca Il mattino ha l'oro in bocca Il mattino ha l'oro in bocca Il mattino ha l'oro in bocca Il mattino ha l'oro in bocca Il mattino ha l'oro in bocca Il mattino ha l'oro in bocca Il mattino ha l'oro in bocca Il mattino ha l'oro in bocca Il mattino ha l'oro in bocca Il mattino ha l'oro in bocca Il mattino ha l'oro in bocca Il mattino ha l'oro in bocca Il mattino ha l'oro in bocca Il mattino ha l'oro in bocca Il mattino ha l'oro in bocca Il mattino ha l'oro in bocca Il mattino ha l'oro in bocca Il mattino ha l'oro in bocca Il mattino ha l'oro in bocca Il mattino ha l'oro in bocca Il mattino ha l'oro in bocca Il mattino ha l'oro in bocca Il mattino ha l'oro in bocca Il mattino ha l'oro in bocca Il mattino ha l'oro in bocca Il mattino ha l'oro in bocca Il mattino ha l'oro in bocca Il mattino ha l'oro in bocca Il mattino ha l'oro in bocca Il mattino ha l'oro in bocca Il mattino ha l'oro in bocca Il mattino ha l'oro in bocca Il mattino ha l'oro in bocca Il mattino ha l'oro in bocca Il mattino ha l'oro in bocca Il mattino ha l'oro in bocca Il mattino ha l'oro in bocca Il mattino ha l'oro in bocca Il mattino ha l'oro in bocca Il mattino ha l'oro in bocca Il mattino ha l'oro in bocca Il mattino ha l'oro in bocca Il mattino ha l'oro in bocca Il mattino ha l'oro in bocca Il mattino ha l'oro in bocca Il mattino ha l'oro in bocca Il mattino ha l'oro in bocca Il mattino ha l'oro in bocca Il mattino ha l'oro in bocca Il mattino ha l'oro in bocca Il mattino ha l'oro in bocca Il mattino ha l'oro in bocca Il mattino ha l'oro in bocca Il mattino ha l'oro in bocca Il mattino ha l'oro in bocca Il mattino ha l'oro in bocca Il mattino ha l'oro in bocca Il mattino ha l'oro in bocca Il mattino ha l'oro in bocca Il mattino ha l'oro in bocca

domenica, maggio 21, 2006

Mudhoney e il sound di Seattle


Siamo in ritardo...avranno già iniziato? Evidentemente la risposta è sì, l' addetta ai biglietti ci dice che sono al secondo pezzo...Via, corriamo, lascia la bottiglia di vino, non puoi entrare con un' arma contundente ad un concerto dei Mudhoney!!...Entriamo nel Circolo degli artisti alle 22.40 circa, i Jennifer Gentle hanno già finito, Mark Arm è in fondo ad uno stanzone, che si sviluppa in lunghezza (raggiungere il bordopalco sarà impossibile), è sul palco e sta suonando un pezzo di cui cerco di ricordare il titolo, ma ecco che il pezzo finisce, il tempo di dare uno sguardo in giro e parte "Touch me I'm Sick", il pubblico scoppia, e il sound è proprio quello che mi aspettavo, aggressivo, abrasivo e confuso al punto giusto. Non appena terminato il brano sento subito due voci urlare: "Hate the Poliiice!!! Hate The Poliiice!!!" ed io penso: "Non c'è bisogno di chiedere, la faranno, state tranquilli" (infatti nell' encoure ci sarà). Mi aspettavo trombe e fiati sul palco (nell' ultimo disco ci sono, quindi), ma la line-up è quella classica a 4, la serata rotola via con velocità incredibile, i brani che sia alternano mi ricordano milioni di situazioni, "If I Think", "In 'N' Out Of grace"...assolo di batteria entusiasmante, grande Dan Peters!

Unica stranezza è l' aver visto più Gibson che Fender.

venerdì, maggio 19, 2006

La passione di Pasolini


Pier Paolo Pasolini (PPP), già il nome ha in sè una musicalità, un' armonia che ti cattura, che non può che affascinarti. E' stato brutalmente ucciso, rifutato dalla società, la stessa società che quotidianamente uccideva il sottoproletariato (i morti di fame letteralmente) e che egli invece invidiava perchè ultimo detentore, il sottoproletariato, della semplicità ormai persa. Insomma Pasolini come ha detto Moravia era un poeta "e di poeti ne nascono tre o quattro ogni secolo". Non voglio, però, parlare di Pasolini in generale e del suo ruolo nella storia culturale dell' Italia e del Mondo (non ho neanche le basi per farlo), ma voglio semplicemente consigliare a tutti la visione de "La Ricotta", terzo film (uno degli episodi di Ro.Go.Pa.G.) del regista. Ho avuto modo di vederlo recentemente e mi ha folgorato per la sua forza dirompente e per la semplicità con cui il poeta/regista assesta colpi allo stomaco della sua società. In questa mezz' ora di puro estro artistico si racconta la storia di "Stracci", una comparsa che "interpetra" il ruolo del ladrone buono sul set di un film sulla passione di Cristo. Stracci è un morto di fame e come tale è alla ricerca continua di cibo, vittima di una fame atavica, che caratterizza la classe sociale a cui egli appartiene. Nel corso del film egli regalerà alla famiglia il proprio cestino del pranzo (che spetta ad ogni comparsa), ne "prenderà" un altro travestendosi da donna, ma anche questo andrà perso. In ultimo riuscirà a comprare una ricotta e a mangiare tutto quello rimasto sul tavolo dell' ultima cena, mentre comparse e attori vari irridono il suo modo di ingozzarsi (o più probabilmente la sua posizione sociale). Mentre si gira la scena in cui Stracci ha persino una battuta ("Quando sarai nel regno dei cieli ricordati di me") egli muore sulla croce, non come un Dio, ma perchè "...non aveva altro modo di ricordarci che anche lui era vivo..."
E' questo quello che dice Orson Wells quando gli dicono che Stracci è morto; già, perchè Orson Wells interpetra il regista del film sulla passione e parla attraverso le parole di un altro regista (PPP).
All' interno del film, intervistato da un giornalista: "Che cosa ne pensa della società italiana?", Wells-regista-attore risponderà: "Il popolo più analfabeta, la borghesia più ignorante d'Europa" e ancora alla domanda: "Che cosa ne pensa della morte?" risponderà: "Come marxista è un fatto che non prendo in considerazione".
Al di là delle citazioni colte e dei messaggi forti, fortissimi, "La ricotta" è interessante anche per le trovate puramente cinematrografiche: Pasolini era ricco di idee e qui ce ne sono un bel po'. Guardando il film mi son venute alla mente affinità con alcune trovate di Kubrick, come l' autoreferenziazione. Infatti, Wells, in quella intervista di cui sopra, leggerà una poesia da un libro intitolato "Mamma Roma" e, se ricordate, il drugo Alex alla ricerca di dischi spulcerà vinili in un contenitore dove c'è in bella mostra la colonna sonora di "2001: Odissea nello spazio". Inoltre la scena in cui Alex amoreggia a doppia velocità con le due ragazze incontrate nel negozio di dischi mi ricorda i vari passaggi in cui "Stracci" viene mandato appunto a doppia velocità, come nelle scenette comiche di Chaplin, escamotage che Pasolini riprenderà in seguito con il Chaplin italiano (Totò) in Uccellacci e Uccellini, ma questa è un' altra storia.

martedì, maggio 16, 2006

1996-2006


"La tecnologia avanza e noi siamo a via Ceccano": doveva chiamarsi così il primo disco dei "..//" (dot dot slash slash), un disco che non è stato mai concretizzato, ma che ha preso tantissime forme, alimentato da un turbine di idee, che coincideva con il turbine proprio dell' età adolescenziale di coloro che facevano parte del nucleo. Perchè scrivo di questo duo? Semplice, perchè eravamo io e Paky Di Maio i due stralunati che invece di andare in giro "a rimorchiare", preferivano restare in casa a "suonare" i nostri umori o ad ascoltare chili di vinile. Sono passati 10 anni dai primi incontri tra me e Paky e lui in questi giorni mi ha riferito di aver trovato un po' di materiale dei ..// appunto. Un pezzo tra quelli che ricordo con più gioa è "Space Hangar", nato dal suono di un jack attaccato, da un lato a degli effetti e dall' altro a nulla, libero di vagare nell'aria e non costretto, come una navicella spaziale che rientra in un hangar. A quei tempi io ero un ascoltatore di punk fine 70 e Nirvana, oltre ad essere (per la mia età) il più grande fan dei Cure e di Robert Smith.
Visto che non posso parlare a nome di Paky, mi è venuta l' idea di "intervistarlo" e quindi le cose che leggerete sono effettivamente ciò che lui ha risposto, a domande non concordate ovviamente. Non è un' intervista ad una persona famosa o importante per i media, ma ad un mio amico e visto che ognuno può aprire un blog, ognuno può intervistare chi gli pare e piace.


Come hai conosciuto l' altro membro del gruppo, cioè me?

-Ok ti ho conosciuto alla sala giochi in via Ceccano. venisti perchè invitato dal nostro amico in comune, Francesco, più o meno ci eravamo inquadrati già prima, perchè eri in classe con lui, ma alla sala giochi cominciò l'idea di pasticciare insieme con il rumore grazie alle affinità musicali che scoprimmo avere.

Qual era all' epoca la vostra strumentazione e quale tipo di musica facevate?

-La strumentazione era molto scarna: un campionatore roland dj-70, un sintetizzatore roland jx-3p, una drum machine roland r-8, piatti e mixer da dj, una chitarra elettrica Eko Auriga (raramente dotata di 6 corde) ed un pedale Boss overdrive/distortion, tanta creatività e voglia di fare e di sfogare, con assurde sperimentazioni...ah e la mia sterminata collezione di vinile ovviamente! hehehe.

Parlaci un po' meglio delle vostre sperimentazioni e dei concerti che avete tenuto.

-Le session erano fantastiche ed allo stesso tempo estenuanti...10 anni fa fare cose da zero con il campionatore, senza sequencer metronomico non era facile come oggi...oggi faccio in 5 minuti quello che all'epoca facevo in ore di lavoro, ma la cosa che ricordo piacevolmente era la totale libertà di improvvisare su qualsiasi cosa emettesse un suono o un rumore, doccia compresa...
Il live più bello dei ..// fu quello a Casagiove durante le selezioni per la band che all'epoca doveva affiancare gli ancora sconosciuti, alla massa, Subsonica. Il pubblico casertano non era preparato per la performance "non classica", ma per fortuna in giuria c'erano un paio di persone dall'orecchio elettronico, che ci dissero, cito: "Guagliù stat tropp annanz". Quello fu il nostro trionfo.

Come è avvenuto lo scioglimento del gruppo? Io direi in modo naturale, così come era nato, e tu?

-Più che un vero e proprio scioglimento fu una sorta di strano allontanamento, il mio collega fu anche rapito dall'amore all'epoca e poi ci fu il suo interesse per un' altra band di cui anche io stesso feci parte anni dopo...io comiciai a dedicare più tempo ai miei progetti da solista ed i ..// subirono una sorta di fade out...

C' entri quindi qualcosa con la storia degli Eddy From The Enot, di cui questo blog cerca di occuparsi.

-Eddy From The Enot fu il progetto che rapì
l'attenzione del mio socio e la cosa incredibile fu che un po' di anni più tardi il progetto Eddy inghiottì anche me. Con la mia presenza il loro sound prese decisamente una piega più elettronica ed anche in quell'occasione la sperimantazione, ma stavolta fatta con criterio musicale, la faceva da padrona...la cosa che apprezzavo di più oltre al sound che si cavalcava era il fatto che pur essendo in 3 dal vivo sembravamo un esercito.
La data al "Nero e Non Solo" per me fu memorabile una delle performance più belle della mia vita.

Oltre a "Space Hangar" è rimasta qualche traccia dei ..//? E riuscirete (riusciremo), a dieci anni di distanza, a realizzare finalmente qualcosa?

-Space Hangar è l'unica traccia registrata in modo decente che è rimasta...
ma i floppy del mio campionatore funzionano ancora e come nei migliori film dell' orrore degli anni 80, il male alla fine ritorna sempre.
A dieci anni di distanza si è deciso di rendere omaggio ai ..// per quello che facevano, per quello che erano e per il fatto che il tempo ci ha dato ragione su di una cosa in particolare...bisogna essere sempre se stessi.

domenica, maggio 14, 2006

Rape me my Ken


...Pensavo che la vita da "bambole" fosse più semplice, ora non più.

sabato, maggio 13, 2006

"Petition the Lord with prayer"


Jim Morrison chiedeva di fare una petizione con le preghiere, ai nostri giorni si possono fare le petizioni attraverso internet (funzioneranno?). Rilancio semplicemente una notizia letta sul blog di Grillo in cui si parla della tassa/furto sulle ricariche dei cellulari, che sembrerebbe una tassa che paghiamo solo noi italiani. Cioè in breve, come tutti sappiamo, oltre a prendere i nostri soldi in anticipo (per un servizio ancora non erogato) attraverso le ricariche le compagnie telefoniche ci spillano continuamente soldi senza giustificazioni (esempio: ricarica da 10 euro= 8 euro di traffico + 2 per ?).
Il link per "firmare" la petizione è questo.

giovedì, maggio 11, 2006

Extra Extra Large


Si pronosticava un tutto esaurito (sold out tickets), ma i biglietti per il concerto degli Xiu Xiu+Larsen fortunatamente per noi alle 21.30 si trovano ancora (costo 12 euro). Il giorno è mercoledì 10 Maggio 2006, il posto è la Galleria Toledo (centro di eventi e rassegne, ormai quasi troppo colte ed intellettuali per i miei gusti). Dopo aver trovato una poltrona in prima fila (e sì, se volessi agitare le chiappe durante il concerto mi sarebbe vietato) aspettiamo che il tutto abbia inizio. In scena non c' è nessuno, ma la quantità di strumenti e di stramberie musicali è tale da allietare l' attesa, a bordo palco in bella vista c' è anche un Theremin (non l' originale ma un modello molto più compatto). I primi rumori che si iniziano a sentire mi ricordano vagamente "Bucephalus Bouncing Ball" del signor Richard D James (aka Aphex Twin) ovvero una pallina che si sposta da destra a sinistra, da una cassa all' altra...Dopo alcuni minuti sullo schermo alle spalle del palco compare una L flippata orizzontalmente e fanno il loro ingreesso i Larsen, sono in 4 (batterista, 2 chitarristi e l'addetto all' elettronica nonchè "fisarmonicista"). Il live set dei Larsen (mai ascoltati prima) non è particolarmente coinvolgente, ci sono parti interessanti miste a parti abbastanza tediose, è apprezzabile la ricerca del suono, che probabilmente è ancora in fieri, usano molti aggeggi strani (ad esempio un vibratore in metallo, per interferire con i pick-up della chitarra) ed anche strumenti "classici" (come il triangolo ed il Theremin appunto) in una mistura di suoni e idee che probabilmente ancora non è del tutto congelata. Alle 23 dopo l'ultimo pezzo dei Larsen salgono sul palco anche gli Xiu Xiu; il pubblico si scalda e dopo che i due prendono posizione parte un pezzo a sei (Xiu Xiu+Larsen appunto) come testimonia lo schermo con la sigla XXL in bella mostra, l' avvento della voce e del modo personalissimo di usarla da parte di Jamie Stewart rende il tutto molto più interessante e stimolante, il primo brano che il sestetto ci propone è un crescendo caotico e noisy, impressionante per chi non ha visto i Sonic Youth all' opera. Intorno alle 23.15 in scena restano solo gli Xiu Xiu (XX recita lo schermo in fondo) e l' aria cambia decisamente, la voce è dilaniante: è puro punk in un metro quadro, infatti Jamie Stewart e Caralee McElroy suonano quasi attaccati, in una postazione circondata da amplificatori, campanelli da reception di motel, organetto, tastierine, piatti e piattini. Stewart picchia duro con le bacchette, che perdono letteralmente i pezzi, picchia sul rullante e su i due piattini davanti a sè e quando c' è da picchiare (con il plettro però) picchia anche sulle corde della sua chitarra. Alle parti più "fragorose" e synth-pop si mescolano le parti puramente cantate o meglio recitate/sussurrate, per un' altra oretta di musica personale. A mezzanotte risalgono sul palco i Larsen per mischiare ancora le carte in tavola...Il tutto si conclude intorno alla mezza per un concerto niente male, anche se non resterà nella mia memoria come uno di quelli memorabili.

P.S.
In attesa di foto quella proposta riguarda il concerto di Torino del 12 Maggio 2005

martedì, maggio 09, 2006

Eroi in diretta TV

Premetto che mi dispiace per chi muore, in generale, e quindi anche per i due alpini italiani morti in Afghanistan. Detto questo però, trovo a dir poco eccessivo l' uso strumentale che di queste morti stanno facendo, da un lato i giornalisti, che così possono riempire colonne e colonne dei giornali per cui lavorano e dall' altro le istituzioni, in primis la Chiesa.
Mi domando quale fosse il bisogno di riprendere in diretta con uno speciale (à la MTV) il ritorno delle salme di questi due disgraziati (nel senso che sono caduti in disgrazia) e quale il bisogno di trasmettere tutto il funerale sempre all' insegna della più "solenne" diretta TV.
Immagini di un funerale, commentate da una voce fuori campo (come in una partita di calcio che incolla gli italiani davanti allo schermo). La regia che incalza su tutti i simboli possibili: "giustamente" si inquadrano le bare, ricoperte con la bandiera italiana (altro simbolo), più volte si inquadrano i copricapi da alpini con le ARMI da alpini adagiate innazi alle bare, si indugia con la camera sullo splendido crocifisso in legno e ovviamente più e più volte si inquadra la splendida chiesa in cui si svolge questa pacchiana funzione. Per le istituzioni è l' ennesima occasione per mostrare se stesse nelle alte divise, in modo che la gente che assiste a questo "spettacolo" possa dire poi con tono compiaciuto: "Hai visto, nei primi banchi c' era anche Ciampi, il nuovo presidente della camera Bertinotti e il futuro presidente del consiglio Prodi". Le istituzioni, le stesse che hanno mandato queste persone a morire (perchè sono morte, non perchè le hanno inviate con lo scopo di farle morire) ora grazie a loro possono mostrare le proprie facce pensose e costernate in diretta Tv, aumentando forse la loro popolarità; ed anche per gli alpini tutto ciò a ben vedere può rivelarsi una buona pubblicità per l' intero corpo.
Mi domando: "Ma se le persone morte fossero state atee o meglio ancora di un' altra religione (poniamo musulmane)? Allora avremo visto in TV la diretta dalla moschea di Roma? Cioè le stesse istituzioni che non transigono sulla presenza del crocifisso nelle aule scolastiche, avrebbero avuto "l' onestà intellettuale" (frase che spessissimo usano i politici) di presenziare ad una eventuale funzione non cattolica?"

Da quello che io vedo come un vero e proprio reality show (lo show della morte strumentalizzata) il messaggio è, secondo me, chiaro: "Confidate nell' esercito e nella chiesa cattolica!".
Ma quando i nostri militari uccidono altre persone? Perchè quelle non le omaggiamo? Perchè la Rai non va ad inquadrare in primo piano i visi delle mogli rimaste vedove e dei figli rimasti orfani?
Domande stupide, si sa benissimo che ognuno si piange i propri morti...e ne fa degli eroi.

Mio nipote di sette anni alla domanda cos'è per te il Natale risponde: "Pace e amore". Ma quando poi si cresce ci si rende conto che quelle parole sono solo dei paraventi, dei paraventi come la parola eroe...

domenica, maggio 07, 2006

Non sento

Nella sezione audio ho aggiunto un demo (solo chitarra e voce) di un pezzo che stiamo provando in queste prime prove in saletta. Riporto qui sotto quello che dico:


Non riesco più a sentirti
Non riesco più a capirti
Non riesco più a sentirmi
Non riesco più a capirmi

Non riesco a stare in piedi
Ho perso il mio equilibrio

Mi hai tagliato gli orecchi!!! (x 4)

Non riesco più a sentirti
Non riesco più a capirti
Non riesco più a sentirmi
Non riesco più a capirti

Mi hai tagliato gli orecchi!!! (x 4)

Mi hai tagliato gli orecchi
Non riesco più a sentirti
Non riessco più a capirmi


"Parole pronunciate che stanno conficcate in gola
e possono strozzare meglio sputarle"

martedì, maggio 02, 2006

Si perde quando son finite le "vite"


Noi giovani nati sul finire degli anni 70 siamo stati testimoni di una miriade di cambiamenti nella società, cambiamenti legati essenzialmente all' avvento delle nuove tecnologie. Faccio un parallelo storico improbabile: l'inizio del '900 è segnato dall' entrata delle masse nella "gestione" della cosa pubblica, mentre il periodo in cui noi siamo stati adolescenti e poi postadolescenti (ma quanto dura sta postadolescenza?) è segnato dall' avvento delle tecnologie di massa e soprattutto le tecnologie di comunicazione. I telefonini di prima, seconda e terza generazione, gli sms, gli mms, INTERNET, il collegamento a 56k, in adsl e in fibra ottica, la musica "gratuita", l' avvento del CD, la conquista da parte sua del mercato e poi la decaduta a semplice supporto vuoto sul quale incidere autonomamente la nostra musica, sempre più spesso e più facilmente nostra nel senso che è scritta da noi. Insomma siamo stati coinvolti in rivoluzioni epocali e radicali e cosa più importante siamo ormai abituati a questo, cioè siamo assuefatti ai cambiamenti.

Nell' ambito dell' evoluzione dei ludici videogiochi voglio sottolineare come sia andato forse completamente perso il concetto di "Game Over".
Per coloro i quali non hanno vissuto i primi giochi degli anni '80, chiarisco che i videogiochi si trovavano inizialmete solo a pagamento nelle sale giochi. Dopo aver introdotto la moneta/gettone (coin) si aveva a disposizione un certo numero di possibilità per portare a termine il gioco scelto: queste possibilità sono appunto "le vite". Nel caso in cui le vite (possibilità) si fossero esaurite prima di aver portato a termine il gioco, la partita veniva interrotta da una bella scritta lampeggiante "Game Over", seguita da un' altra scritta lampeggiante "Insert Coin". Nel caso in cui la partita, invece, fosse stata portata a termine ancora una volta sarebbero apparse le scritte "Game Over" e "Insert Coin".
Tutta questa elucubrazione per esporre un' idea che mi balena in testa: per restare legato agli anni che mi hanno generato penso che sulla mia tomba chiederò di scrivere appunto "Game Over".

lunedì, maggio 01, 2006

Caserta città per la pace



All'interno dell' ellisse verde c' è la zona denominata Macrico (ex caserma dell' esercito), all' interno dell' ellisse blu c'è invece l' area del monumento ai caduti con parcheggio accluso (giusto per fare delle proporzioni ad occhio).
Domenina 21 Maggio questo posto nascosto al pubblico da anni sarà aperto e visitabile; andiamo in massa per dare uno sguardo. Il luogo è in ballottagio, ci sono grossomodo due proposte: costruire per far soldi o "bonificare" per regalare una piccola Hyde Park anche ai casertani. Secondo me il partito delle grandi opere la spunterà anche in questo caso...

P.S.
L'immagine è stata presa non dal mio elicottero personale, ma da Google Earth