venerdì, dicembre 11, 2009

Allora non mi sta mai bene niente?

Ultimamente, come un vecchio e perché vecchio, non faccio che lamentarmi. Robert Smith cantava "I want to be old", ma forse non è il massimo vedere come evolvono le cose in generale e in questa città in particolare, che definire di merda è poco, dove tutto è commercio e a pochi, veramente a pochi, interessa altro se non fare soldi.

E' una delle città più vuote d'Italia? Quando ero giovane, per non dire piccolo, non c'era possibilità di ascoltare musica dal vivo in nessun luogo e a pochi in realtà interessava ciò, c'erano neroenonsolo e...nessun altro. Poi è arrivata Mtv, sono arrivati i" 'mericani " e hanno fatto capire anche ai casertani, di riflesso, che con la musica puoi attirare gente e di conseguenza fare soldi. Nel tempo, in poco tempo, adesso in questa città, che resta sempre di merda, puoi trovare praticamente dal giovedì alla domenica un posto dove suonano dal vivo. La massima espressione di questa città non è la Reggia vanitelliana, che come ci dicono è uno dei monumenti più visitati in Italia, ma via Mazzini (aka strada del commercio/struscio), che infatti è più curata e pulita della Reggia stessa.

Vorrei vedere le pagine di casertamusica di qualche anno fa e confrontare il numero di concerti che si facevano all'ora con il numero attuale. Perfetto direte voi, e allora di cosa ti lamenti, “A te ti piace a musica o ‘o fumm”?

Mi lamento del commercio in sè, dell'uso improprio della musica che se ne fa da ambo i lati: da chi la promuove e da chi la consuma. La musica NON è un prodotto, voglio affermarlo a me stesso per l'ennesima volta, e in quanto non prodotto NON va inglobato nella filiera economica, ovvero NON si fanno e non si devono fare soldoni con la musica. PUNTO

P.S.

Questa cosa l’ho scritta un po’ di tempo fa e in generale concordo ancora con me stesso (incredibile!), anche se in alcuni casi avrei qualcosa da ridire sulle mie stesse parole.

lunedì, novembre 30, 2009

2009: viaggio nella neo lingua, ovvero come imparai a non preoccuparmi e ad odiare la musica indie*


Da wikipedia
Indipendenza: In certe discipline artistiche, l'indipendenza psicomotrice tra le braccia o tra le quattro membra è essenziale; ad esempio, per la pratica di certi strumenti musicali come la batteria.

Mi sembra sensata questa definizione, almeno più sensata dell’attribuzione di genere musicale al termine indipendente. Forse non tutti sanno che indie viene appunto da independent e non c’entra nulla con gli indiani (d’America o dell’India che siano).
La musica indipendente designa tutto ciò che ruota attorno a etichette di dimensioni piccole o piccolissime.
Aveva un senso forte e se vogliamo segnava una scelta “di campo” fino agli anni ’90, quando i mezzi di produzione musicale erano detenuti essenzialmente da chi poteva permettersi spese considerevoli per studi di registrazione, costosi nastri e tecnici del suono. Come voi ben sapete nel 1990 (ad esempio) non si sarebbe mai potuto registrare un disco nella propria cameretta.
Al di là delle mere considerazione tecniche, però, l’aspetto fondamentale dell’indipendenza nel mondo artistico (musicale, cinematografico, ecc.) riguarda il non scendere a compromessi e si può così riassumere: “Sono indipendente e faccio il cazzo che mi pare, senza che nessuno possa forzarmi a fare cose che non mi piacciono o che non avrei mai pensato di fare, pur di vendere e di guadagnare più soldi possibili”.
Ai nostri giorni questa parola ha perso il significato originario, ma cosa ancora peggiore, ha assunto una pluralità di significati così diversi, per cui, a mio avviso, non ha in pratica più alcun senso in sè; si può tranquillamente trattare tale parola come un puro suono tipo i track, bababum, clokkete tanto cari ai futuristi.
Veniamo agli esempi:
Tre ragazzi (basso, chitarra e batteria) decidono di formare un gruppo, buttano giù delle idee per dei pezzi e alla domanda che musica fate rispondono: ”Indie-Rock”.
Tre ragazzi (computer, basso e synth) decidono di formare un gruppo, buttano giù delle idee per dei pezzi e alla domanda che musica fate rispondono: ”Indie-tronica”
Le etichette, major o minori che siano, in questo contesto non esistono proprio!
Ma la cosa più singolare e se vogliamo contraddittoria (vero e proprio neo-ossimoro) è quella che vede definire indie dei gruppi prodotti da etichette multimilionarie.

*Wow tre citazioni in un colpo solo.

lunedì, novembre 16, 2009

Il sindaco risponde

Vorrei spiegare brevemente, sia a chi mi ha scritto con garbo, sia a chi mi ha processato sommariamente come un Belzebù, le ragioni di questa nostra azione nei confronti di Frigolandia.

Con una doverosa premessa però.

Se c'è una persona dispiaciuta di questa situazione è il sottoscritto, che fin dall'inizio ci ha messo la faccia e anche qualcosa di più (compresi i famosi 100 euro per il passaporto) per consentire la realizzazione di questo progetto.

Dopo appena quattro anni non credo di essermi improvvisamente impazzito, men che meno sedotto da "presunti e inconfessabili interessi speculativi" che qualcuno tende a ritenere le vere ragioni dell'operazione "sfratto".
Vi invito anche io a venire a Giano, magari un po' prima delle mobilitazioni collettive.

A venire e a verificare di persona se questo "luogo socratico, immaginario, della pace e della cultura aperto a tutti" - e come tutti, compreso il sottoscritto, auspicavamo che fosse - sia effettivamente tale e soprattutto venga percepito come tale.

Probabilmente riceverete dalla stragrande maggioranza dei cittadini di Giano (una conferma indiretta viene anche dal fatto che solo 2 gianesi su 3500 abitanti hanno firmato fino ad oggi la petizione a sostegno di Frigolandia) la stessa impressione e cioè che Frigolandia, più che una opportunità, sia in realtà una sorta di "corpo estraneo", chiuso e persino un po' grigio, a dispetto delle colorate lettere che ti accolgono all'ingresso.

Così come inverosimili appaiono altri dati che vengono portati a riscontro della presunta vitalità della struttura, i numeri di presenze (più di 5000 in meno di 4 anni, ovvero più di mille persone l'anno?) e gli investimenti per "decine e decine di migliaia di euro" che stonano con una struttura che appare per tanti mesi all'anno semideserta.

Anche perché tutto questo movimento in un pesino di 100 abitanti qual è il capoluogo si sarebbe notato (credo) e qualche struttura ricettiva circostante ne avrebbe pure beneficiato.

Ma non voglio continuare in questo genere di argomentazioni, perché il punto vero è un altro: è stata disattesa la vera promessa, che è pure la premessa di tutta questa vicenda.

Ovvero quella di far vivere la Colonia come un centro culturale che avrebbe portato vitalità e lustro ad un piccolo centro come Giano dell'Umbria, che soffre, come tanti piccoli paesi di montagna, di un lento ma progressivo svuotamento di energie vitali.

Oggi Frigolandia - vista da Giano - è un "non luogo".

Gli edifici quasi unicamente utilizzati come redazione della rivista e come abitazione di Sparagna (serviva davvero la Colonia per svolgere queste attività?), oltretutto senza neppure pagare l'affitto e senza rispettare molti punti della Convenzione

Io credo che qualche problema in più di quello che si dice ci sia e possa far dubitare dell'intrapresa...

Anche perché curiosamente, grazie a questa ricostruzione unilaterale che circola per il web mi tocca passare per fascista, illiberale, spegnitore di fiammelle di cultura, mentre qui a Giano tutto il centrodestra mi chiama comunista.
Io democratico tra virgolette (come mi ha definito Sparagna) l'ho democraticamente accolto e difeso fin quando era possibile.
L'ho fatto persino in Consiglio Comunale, in una delle numerose discussioni dedicate alla questione.

Poi, piano piano, sono emerse le tante contraddizioni di Frigolandia:
Il parco (pubblico) "sempre aperto", ma di fatto interdetto ai comuni mortali;
Il museo "liberamente visitabile", ma non si sa a che ora e in quali giorni;
Iniziative culturali si, ma solo a fronte di risorse di cui (ovviamente) non disponiamo;
Abusi edilizi, ma "piccoli", tanto -va beh - siamo in Italia;
Eventi nazionali realizzati in loco praticamente nessuno, se si eccettua la prima conferenza stampa di Scalzone, che mi é costata una mezza crisi di Giunta, interrogazioni in Consiglio Comunale, in Consiglio Regionale e in Parlamento Nazionale, 1500 firme (su poco più di 3500 abitanti) contro l'Amministrazione e per la cacciata di Frigolandia, l'accusa al sottoscritto di essere un filoterrorista...
Tutti "dettagli", almeno nella concezione mondialista di Sparagna, visto che la cosa è stata sempre derubricata ad una incomprensibile reazione un pò provinciale del paesello, cavalcata dalla destra fascista. (Della serie "mai un dubbio")
E questa idea, un pò fastidiosa, per cui siccome siamo piccoli non possiamo capire è riemersa nell'incontro che abbiamo avuto insieme agli avvocati qualche settimana fa (ripresa - sotto altre forme - anche nell'editoriale del 6 ottobre in cui si afferma che "l'arte e il pensiero non possono adeguarsi agli umori popolari, per giunta di un paesino di soli 3000 abitanti.")
A tutto questo si aggiunge (e sottolineo si aggiunge) la procedura di sfratto che non è per niente anomala ma del tutto normale, dopo due anni di mancato pagamento dell'affitto e di lettere di sollecito, e per questo convalidata da un giudice (si tratterà forse di un anomalo giudice di destra?)

Che Sparagna sia un pezzo importante della cultura di questo paese mi sta bene, ma ciò non autorizza nessuno a fregarsene del rispetto delle regole. anche perché il legibus solutus mi ricorda altri personaggi del nostro tempo...
Dico queste cose con grande rammarico.
Ho 39 anni, faccio il Sindaco per una inspiegabile (di questi tempi) passione, sono stato il primo promotore di Frigolandia perché ho creduto, come molti, nella forza straordinaria di un progetto che é rimasto largamente sulla carta. Oggi mi ritrovo a gestire una causa legale, che mai avrei voluto, e a passare per

un dissipatore di ricchezza e di cultura, quando sono perfettamente consapevole che di cultura e di bellezza questo paese ha un grande bisogno. Ma - aggiungo - anche di lealtà e sincerità.

Peccato che tutto questo fervore da parte di Sparagna a difesa di Frigolandia non l'ho trovato quando si trattava di difendere il Sindaco di Giano dagli attacchi di mezzo mondo, dopo il caso "Scalzone".

Da allora solo molto silenzio, fino allo sfratto.



Cordialmente,



Paolo Morbidoni

venerdì, ottobre 16, 2009

Cos'era Frigolandia?

L'anno scorso dopo aver letto il libro di Vincenzo Sparagna (Frigidaire) ho appreso definitivamente cosa ha rappresentato la sua rivista e le altre che attorno a lei hanno roteato. Ho scoperto che il lunedì La Repubblica non usciva (così come Il Fatto Quotidiano ai nostri giorni) e che l Lunedì della repubblica nacque come foglio satirico, veduto poi alla vera Repubblica per fare cassa. Ho appreso della satira che c'è stata in Italia fino alla fine degli anni 80 e del nulla che c'è adesso. Ora ci si "scandalizza" per molto meno, fenomeno per me assurdo: passa il tempo e solitamente la morale pubblica accetta più comportamenti una volta ritenuti "sconvenienti". Nell'italia bigotta e cattolica avviene il contrario, o quasi. Si accetta il turpiloquio e quindi le seguenti parole ora le possiamo quotidianamente ascoltare dalla televisione: vaffanculo, culo, tette, cazzo/i, sputtanare, paraculo/paraculate. Però se va in onda un programma come "Così fan tutte" e la Marcuzzi gioca a fare un pompino ad una salsiccia, beh, questo non va bene e si deve spostare il programma in tarda serata, non si può alludere al sesso in maniera esplicita, solo parlarne.

Avevo iniziato questo post per un altro motivo, non per parlare di satira o di quel che ne resta, ne tantomento per parlare della morale pubblica, ma solo perché mi dispiace che un posto come Frigolandia, che non ho mai visitato, stia per chiudere i battenti. Andate sul suo sito di e scoprite da soli il perché un posto così fantastico (letteralemnte) non debba chiudere. Scrivete come ho fatto io una lettera al sindaco di Giano dell'Umbria e chiedete di agevolare la sussistenza di Frigolandia. Di seguito trovate quello che ho scritto io, tentar non nuoce.

Oggetto: Non "sfrattate" Frigolandia!

Al sindaco Paolo Morbidoni di Giano dell'Umbria,

Vincenzo Sparagna è uno degli ultimi a possedere la memoria storica di
quella che è stata una rivista culturale tout-court, riconosciuta e
apprezzata in varie parti del mondo.
Frigolandia potrebbe diventare un museo per ricordare grandi artisti
italiani (tutti quelli che hanno collaborato a Frigidaire appunto).
Su Andrea Pazienza si organizzano mostre ovunque in Italia e così su
Tanino Liberatore, Stefano Tamburini e tanti altri.
Vorrei avere la possibilità di visitare Frigolandia, vi prego di non chiuderla.
Grazie.

L'indirizzo del sindaco è paolomorbidoni@tin.it

mercoledì, settembre 30, 2009

Inutili giochi di parole

Il 23 Settembre è uscito Il Fatto Quotidiano, un fatto nuovo, un fatto importante forse, un giornale che si fa i fatti dei politici, forse pure troppi, oggi scriveva in prima pagina che la Carfagna ha comprato una casa a Roma ad un prezzo stranamente troppo scontato. La povera Patria è veramente in declino, si salvi chi può. Se avete voglia e mezzi EMIGRATE, iatevenn', fuitevenn', qua va tutto a puttane, anzi ad escort. Fiumi di cocaina che straripano dai letti, gente in doppio petto che non ha neanche una faccia. I calciatori sono le personalità più influenti e importanti, il calcio, il calcio, il fantacalcio! Gooool. Odio profondamente questo Paese, non voto più, non ne ho le forze, dovrei andare, prendere armi e "ritagli" (da Ritorno al futuro). Il Papa e la Chiesa, i loro abiti di altri secoli. Il copricapo del Papa, ogni volta che lo vedo mi viene da ridere e se sono con altre persone devo contenermi. Il Papa ha detto, il Papa sostiene, consiglia, invita. Ma chi cazzo l'ha votato? Perché deve comparire sui TG nazionalArcoriani a dirmi cosa devo fare, se devo usare o meno il preservativo. Posso mettere il Gel? Aspetto la risposta del mio parroco, ho chiesto lo sbattezzo e lo esigo, non voglio essere enumerato tra i cattolici italiani, la Chiesa Apostolica Cattolica Romana (il CCAR) è come tutti gli altri partiti, non ha più nulla a che vedere con le ideologie ed i credi. La fede nazionale è nella propria squadra del cuore. Padre PIO e tutte le superstizioni, che possano essere ricacciate indietro nei secoli. Qui si crede ancora nei miracoli, spiriti, spiritelli, energie, entità. Dio o dio o DIO. Fatemi prendere un po' d'aria, la prossima mossa è staccare le antenne dai tetti, questo mezzo passivo che è la TV ha traviato la mia generazione e sta plasmando le seguenti. Cerchiamo di usare la rete, almeno rivendichiamo il nostro diritto di scegliere attivamente a quale balle credere.



lunedì, settembre 28, 2009

E' un continuo celebrare Michele Placido e il suo cinema del cazzo, malinconico, falsamente e laconicamente impegnato sugli anni "bui" di questa "povera Patria". Ma spero che in molti approvino il fatto che dopo Gianmaria Volontè non ci sia Michele Placido, bensì Toni Servillo. Il monologo che segue è esplicativo.
Come dice Ghezzi: "Buona visione"

venerdì, settembre 25, 2009

Padre e figlio?

George Harrison
Robert Smith

lunedì, settembre 21, 2009

Quando non ne puoi più delle persone, come si chiama? Come si dice? E' una malattia? In questi casi ti consigliano di andare in analisi, di farti curare, perché devi essere animale sociale, non possono starti tutti sulle palle, è una brutta china, si rischia che poi finisci per stare sulle palle a te stesso. Tutte le sensazioni si mischiano in una spirale che gira velocissima, non si riesce mai a capire a che distanza si è dal centro, non si riesce a capire neanche se si sta scendendo verso il centro oppure ci si sta allontanando da esso: però tutto gira, magari storto, ma gira inesorabilmente.

martedì, settembre 08, 2009

lunedì, settembre 07, 2009

Adesso aspetto la risposta

Raccomandata A/R

Al Parroco
della parrocchia di:
………………………………
indirizzo
………………………………
………………………………

data …………………………

OGGETTO: istanza ai sensi dell'art. 7 del Decreto Legislativo n. 196/2003.

Io, sottoscritto Luciano Verdicchio, nato a Caserta,
il 02/07/1979, residente a San Nicola La Strada (CE),
con la presente istanza, presentata ai sensi dell'art. 7, comma 3, del Decreto Legislativo n. 196/2003, mi rivolgo a Lei in quanto responsabile dei registri parrocchiali.

Essendo stato sottoposto a battesimo nella Sua parrocchia, in una data a me non nota ma presumibilmente di poco successiva alla mia nascita, desidero che venga rettificato il dato in Suo possesso, tramite annotazione sul registro dei battezzati, riconoscendo la mia inequivocabile volontà di non essere più considerato aderente alla confessione religiosa denominata "Chiesa cattolica apostolica romana".

Chiedo inoltre che dell'avvenuta annotazione mi sia data conferma per lettera, debitamente sottoscritta.

Si segnala che, in caso di mancato o inidoneo riscontro alla presente richiesta entro 15 giorni, mi riservo, ai sensi dell'art. 145 del Decreto Legislativo n. 196/2003, di rivolgermi all'autorità giudiziaria o di presentare ricorso al Garante per la protezione dei dati personali.

Dichiaro di rinunciare fin da subito a qualsivoglia pausa di riflessione o di ripensamento in ordine alla soprascritta istanza; avverto che considererò ogni dilazione come rifiuto di provvedere nel termine di legge (15 giorni, ai sensi dell’art. 146, comma 2, del D. lgsn. n. 196/2003) e che quindi intendo immediatamente ricorrere all’autorità giudiziaria o al Garante per la tutela dei dati personali, qualora Lei illegittimamente differisse l’annotazione richiesta ad un momento successivo al quindicesimo giorno dal ricevimento della presente.

Ciò, in ottemperanza del Decreto Legislativo n. 196/2003 (che ha sostituito, a decorrere dall’1/1/2004, la previgente Legge n. 675/1996), in ossequio al pronunciamento del Garante per la protezione dei dati personali del 13/9/1999 ed alla sentenza del Tribunale di Padova depositata il 29/5/2000.

Si diffida dal comunicare il contenuto della presente richiesta a soggetti terzi che siano estranei al trattamento, e si avverte che la diffusione o la comunicazione a terzi di dati sensibili può configurare un illecito penale ai sensi dell'art. 167 del D.lgs. n. 196 del 2003.

Si allega fotocopia del documento d'identità.

Distintamente.

Firma

sabato, giugno 27, 2009

Nuovo sogno - Stile decrepito

Ieri ho assistito ad una serata paradossale, a tratti quasi irreale, e poco o anzi per nulla stimolante. Concerto punk-oi!-hardcore e chi più ne ha più ne metta. Io sono cresciuto con i Sex Pistols ho ascoltato quotidianamente per mesi, forse anni nevermind the bollock...e i buzzcocks (tra gli altri). Ma già quando avevo 16-17 anni il punk era vecchio e stantio, figuriamoci oggi. Una delle prime volte in cui portavo in giro la mia chitarra (avrò avuto appunto 16 anni) mi fermò un signore sulla 50ina tutto entusiasta che io avessi una chitarra a tracolla: "Ah suonate, bello! Che musica fate?". Io e il mio amico quasi spiazzati ci rifuggiammo in una risposta del tipo:"Mah, rock...". L'entusiamsmo del 50enne si spense di colpo e ci apostrofò quasi ridendo sotto i baffi: "Ah wow, roba nuova!" e si allontanò.
Da allora ho avuto seri problemi (a parte esistenziali) a rispondere alla domanda sul genere musicale "praticato", solo ultimamente ho deciso che suono "punk tonale direzionale", nel senso che veniamo da riminiscenze punk ma quando suoniamo o meglio strutturiamo i brani cerchiamo di prendere direzioni indefinite e ci lasciamo trasportare dagli accordi e dalla melodia che viene a crearsi (da qui tonale).
Tornando a ieri sera al New Dream ho visto ragazzi tra i 16 e i 20 anni con creste, capelli colorati e tagliati nei modi più "strani". Ma porco DIO questa cosa è stantia, puzza più di Lo Uttaro, il punk era uno slancio in avanti per abbattere i vecchi costumi e moralismi, per abbattere tutte le vecchie mode, uno slancio nichilista, una fottuta bomba che scoppia e in quanto tale un fenomeno atomico (nel senso democriteo del termine). Può piacere il punk, può essere tutto per te, ma cazzo uscire di casa con una cresta colorata e andare a gridare e sparlare di anarchia nel 2009 è forse troppo anacronistico, la serata di ieri sapeva di festa in maschera, un po' come quando si va ai concerti dei Depeche Mode o dei Cure.
Con questo non voglio demolire o sminuire il lavoro e la passione che muove persone come Mamo, che si fa un mazzo per riuscire a organizzare cose del genere. Questo mio "lamento" è mosso dal fatto che non c'è più nulla, torno al discorso di sempre, allargando lo spetro, non ci sono più movimenti idee da cavalcare non c'è più aggregazione perché non si crede più a nulla, se non come in questi casi a idee assorbite masticate e sputate dalla società. Il punk per me non è stato un fenomeno da baraccone, non è stata una semplice moda che ha fatto arricchire qualcuno, soprattutto le etichette, è stato molto di più. Gente come Rhys Chatham, che compone musica alta (cioè scritta su un pentagramma ahahaha) si lascia inspirare anche e soprattutto da personaggi come i Ramones. Il fatto è che quando una cosa è nuova ok, ma poi basta, bisogna cambiare continuamente. "I'm a changeling, see me change" cantava qualcuno.

P.S.
Forse la prendo a male perché pur senza cresta anch'io ero come quei ragazzi del New Dream, preso dal cantare e urlare la parola anarchia...Però che palle

venerdì, aprile 10, 2009

Piccolo lamento acustico

Il senso della musica, il perché della musica scorre, è cambiato negli anni, sono cambiati i mezzi e i supporti, è cambiato il modo in cui si assiste ai concerti: sempre più seduti in comode poltrone e sempre meno in piedi a sudare insieme al gruppo. Che cazzo voglio scrivere in questo post? Beh in effetti io non sono un musicista, non ho mai voluto essere tale e Amen (non c'entrano nulla i baustelle). Però amo la musica, riesco ancora ad emozionarmi ascoltando alcune cose, vibra la mia spina dorsale. Si parla troppo di musica forse, si ascolta troppa musica, forse, non c'è più estasi nello scoprire un nuovo disco e/o un nuovo artista. Pasolini aveva ragione: quando tutto era vietato si faceva tutto, ora che si può fare qualcosa si fa solo quel qualcosa. Allora perché continuare a suonare? Per produrre un mp3? Assolutamente no, se mai registreremo ancora qualcosa non sarà direttamente in digitale, non sarà un cd, forse un 45 giri o addirittura un intero album in vinile, perché la direzione è importante e il fatto che la musica non è mercanzia come altre va affermato. Eros Ramazzotti vende penne usb con suoi brani all'interno e va bene così è giusto e sacrosanto, lui deve vendere, come i suoi simili hanno sempre venduto (razza in via di estinzione). Ascolta questo, hai sentito quest'altro? Ma perché? Conosci questo? Conosci quest'altro? Questo è bellissimo, è un grande gruppo. I gruppi, le band sono finite, F I N I T E, non c'è più spazio per le rockstar (alleluia!) e non c'è più tempo per avere un seguito (tranne le ovvie eccezioni). Dovrei odiare la musica e chi ne fa "uso" eppure continua ad entusiasmarmi...

venerdì, marzo 27, 2009

Dopo Fortapàsc

A volte i film ti lasciano l'amaro in bocca, per ben tre vole mi è successo ultimamente e continuo a dolermi per il mio circondario: Gomorra, in maniera strepitante e hollywoodiana, La Domitiana, in pochi frammenti e adesso Fortapàsc.

Allora vedi e ascolti le persone che ti parlano della malavita, di come questa si è infiltrata nella nostra società e di come le nuove generazioni dovranno conoscerla e combatterla.

Dopo aver sentito troppe volte le stesse parole e/o concetti mi viene un dolore forte al centro dello stomaco, una nausea forte, conati pronti ad esplodere.

Quando potremo iniziare davvero a cambiare le cose? Quando potremo iniziare a far capire che non è così che vogliamo vivere? Ma realmente NON vogliamo vivere così? E' difficile non vivere così, già nel nostro piccolo.

Si può combattere la camorra, da subito, basta ad esempio non darle direttamente soldi.

Quanti di quelli che presentano film come Fortapàsc e parlano in maniera così “dotta” della situazione politica locale prima di rincasare si fermano da una prostituta?

Quanti fanno uso di droghe? Quanti insomma con il loro lavoro, magari pienamente legale, finanziano la camorra?

Perché qualcosa si può già fare “amici miei”, da subito, da stasera. Perdere l'abitudine, così diffusa tra noi giovani/non giovani, di farsi le canne, di tirare cocaina, di iniettarsi eroina o quel che sia.

Non si tratta di perbenismo, non si tratta di moralismo, io la vedo in maniera diversa.

La droga era forse un tempo anche una forma di protesta, una forma di ribellione, negli anni 80 era pure di moda (come diceva anche Pazienza), ma oggi è semplicemente aderire alle regole che ci stanno intorno.

Qui non si tratta di problemi quali la liberalizzazione, si tratta di fonte di reddito certo per un certo sistema che si può iniziare ad attaccare da stasera, basta “solo” decidersi. Le domande da porsi sono queste: ”Quanto spendo in fumo al mese? E in cocaina? Quante volte in una settimana vado a puttane?”

lunedì, marzo 16, 2009

Un ritorno inatteso

Dopo anni, non ricordiamo neanche quanti, torniamo a suonare dal vivo (per 18 minuti).
Giovedì 19 Marzo apriremo la serata del Jarmusch, basso e chiatarra, niente batteria per ora (non ci sembra il caso di esagerare).
Noi aspettiamo.

venerdì, marzo 06, 2009

Quando qualcuno dice ciò che covi con le parole giuste

F: «La televisione è un organo
di potere economico, di scambio, come tutti gli
elettrodomestici. I potenti scambiano le ideologie,
stupide, fondamentale per fare il proprio comodo».
A: «L’essere privato di persone pubbliche diventa
l’unico modo per allacciarsi alla vita triste che
conducono coloro che la televisione la guardano.
Bisognerebbe sopprimere fisicamente chi ha inventato
trasmissioni nelle quali vengono viste altre
persone che si manifestano nella loro vita privata,
che poi è la nostra sventura. Idealizzare la vita
privata permette a chi è a casa di sentirsi come
chi è nel televisore: questa è una deportazione di
volontà moderna. È un Olocausto non meno grave
del nazismo».
F: «Perché adesso l’uomo è schiavo e consumatore,
vive nella realtà che lo divora. La fantasia non è
soggetta a regole, ognuno coltiva la sua. Il potere
cerca di veicolare la fantasia perciò penso che di
questi tempi sia una forma di lotta. Da qui la deportazione
delle illusioni».
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F: «La speranza è un sentimento cattolico, fa schifo».
A: «È spudoratamente cattolico».
F: «L’hanno inventato loro per scongiurare l’ambizione».

A:«La speranza sottintende che in questo momento
si può anche non fare perché c’è qualcosa
che manderà il meglio o il peggio. La speranza è
un anestetico inventato per calmare le ansie del
presente. Anche noi diciamo “speriamo”, ma utilizziamo
il termine come un intercalare. Noi non
speriamo in niente. Tutto può andare meglio, non
una cosa soltanto. Che sia una speranza integrale:
tutto deve andare meglio, non solo i cazzi propri».


Estratti da un'intervista di Francesco Villari ad Antonio Rezza (A:) e Flavia Mastrella (F:)


PS
D'accordo su tutto, tranne che sulla soppressione fisica, di chiunque.

venerdì, febbraio 06, 2009

John Cage versus Mike Bongiorno

Nel 1958 Cage partecipò al telequiz Lascia o raddoppia? in qualità di esperto di funghi e vinse la puntata, portando a casa 5 milioni di lire. Durante lo spettacolo si esibì in un concerto per caffettiere, sotto gli occhi sbigottiti di Mike Bongiorno e del pubblico italiano. Memorabile il dialogo che ci fu tra il presentatore e Cage quando questi si congedò, vittorioso. Le parole di Bongiorno ci restituiscono la difficoltà nell'approcciare la musica contemporanea.

M.B.: "Bravissimo, bravo bravo bravo bravo. Bravo bravissimo, bravo Cage. Beh, il signor Cage ci ha dimostrato indubbiamente che se ne intendeva di funghi... quindi non è stato solo un personaggio che è venuto su questo palcoscenico per fare delle esibizioni strambe di musica strambissima, quindi è veramente un personaggio preparato. Lo sapevo perché mi ricordo che ci aveva detto che abitava nei boschetti nelle vicinanze di New York e che tutti i giorni andava a fare passeggiate e raccogliere funghi".
J.C.: "Un ringraziamento a... funghi, e alla Rai e a tutti genti d'Italia".
M.B.: "A tutta la gente d'Italia. Bravo signor Cage arrivederci e buon viaggio, torna in America o resta qui?".
J.C.: "Mia musica resta".
M.B.: "Ah, lei va via e la sua musica resta qui, ma era meglio il contrario: che la sua musica andasse via e lei restasse qui".

(fonte wikipedia)


sabato, gennaio 17, 2009

A Secret Rose


Il 17 Febbraio saremo (io e edo, chi altri) di nuovo all'auditorium, di nuovo incazzati e pronti a fracassare le nostre chitarre, stavolta spero di riuscirci. Sto ascoltando Chatham in questo momento, porco DIO! E' qualcosa di celestiale, veramente geniale, una pioggia di suoni da varie direzioni, che ti sposta da una parte all'altra e non ti lascia il tempo di pensare a niente. Una delle cose più forti che si possa fare con le note è ammucchiarle, moltiplicarle per aumentarne l'intensità e per scoprire le microvariazioni che naturalmente si vengono a creare, come dire: se 1000 persone suonano un MI con la propria chitarra, quello che ne viene fuori non è un MI x 1000, ma qualcosa di diverso, qualcosa che tende al MI x 1000 ma non lo è. Chatham questo lo sa bene e riesce a sfruttarlo in maniera eccellente!
Ci vediamo a Roma.

giovedì, gennaio 15, 2009

sabato, gennaio 10, 2009

0 1 3 4....5,87


Perché ha senso andare in Afghanistan negli anni 80?
Sparagna, io mi sento molto vicino a te, non ti conosco forse per nulla, ma sono vicino al tuo modus. Il fatto è che io sono "agiato" e tu hai veramente (forse) avuto problemi...mah...
Di Hiroshima, delle bombe, delle persone mutilate e dei loro figli modificati, nuove forme di pop-art. Allora odi gli Stati uniti, allora pensi che abbiano avuto il coraggio(?) di sganciare un ordigno nucleare che avrebbe fatto danni ignoti... Allora pensi che gli Stati Uniti hanno problemi economici, pensi che VENDONO armi ad Israele, pensi che la II guerra abbia fatto bene all'economia dell'occidente, che i carri armati rendono di più della mozzarella di bufala...che...che...che...