- E’ morto allora…non era una storia, è morto davvero – accende una sigaretta e aspira, un tiro lungo un inferno.
- L’hanno trovato riverso in una pozza di sangue, ancora non si è capito se si tratta di suicidio o di omicidio –
- Che importanza ha?! E’ morto, è questo che conta, non rivedremo mai più la sua faccia da drogato in giro – altro tiro altro inferno.
Entrambi sono seduti sulla panchina a tre posti. Da oggi quella panchina ha un posto vacante.
Quello che fuma batte sulla panchina e urla – C’è un posto vacante qui signore e signori! Cercasi un culo nuovo per rilassanti iniezioni di felicità –
La folla di nonni e bambini che si trova nella stessa piazzetta si volta impaurita verso i due, il fumatore e il non fumatore, i nonni prendono per mano i rispettivi nipoti e si allontanano, vistosamente preoccupati.
- Non abbiate paura signori, i vostri nipoti sono ancora piccoli per apprezzare la felicità e voi ormai decrepiti per poterle dare un prezzo ragionevole! –
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7 commenti:
scritta tu?
L'ho scritto io di getto perché un qualcosa dovevo fare...
mi sembra un buon qualcosa!
Iodio era fermo al semaforo. Rosso. Agitato guardava a destra, poi a sinistra, con una strana faccia contorta, allusiva, guardava alle sue spalle. Nessuno dietro di lui, davanti il traffico scorreva vorticosamente, una goccia di sudore gli scendeva sulla fronte, all'interno dell'abitacolo la tensione era palpabile, nessuno parlava. Di colpo Ferro apre lo sportello del lato passeggero, il semaforo diventa verde, e inizia a correre. Iodio estrae la pistola dalla fondina ascellare, senza pensare, con un gesto automatico, come se si trattasse di asciugarsi la fronte ed esplode. Il fumatore sulla panchina ha visto tutto e adesso osserva Ferro venirgli incontro. Piove e la scena è tutta bagnata.
Rame dice: non pensare a l(')oro, apparecchia la tavola periodica e andiamo a magnesio!
(piccola parentesi umoristica)
Una donna affacciata al balcone sta stendendo il bucato, un lenzuolo, un pantalone, una camicia, un maglione...per un attimo guarda dritto davanti a sé, ci sono due ragazzi seduti su una panchina, uno sta urlando qualcosa, ma lei non capisce bene cosa. Ora il suo sguardo si sofferma su dei bambini che giocano sugli scivoli, si arrampicano per la scaletta, poi veloci sfregano i loro sederi sull'acciaio ridendo, e appena i loro piedi toccano terra sono pronti a ripetere il gioco...
La donna sorride. Nella sua cucina c'è odore di cipolla soffritta, sul tavolo un bicchiere di vino rosso, anche oggi pranza sola.
La puntina era ferma sullo stesso solco da quasi dieci minuti, la musica, rotonda, riempiva la stanza, sul letto, sdraiato a pancia in sù il non fumatore fissava il soffito bianco. Una chitarra, un amplificatore e una batteria circondavano il letto.
- Devo trovare le forze per alzarmi - pensava - Mi sembra un buon giro questo che ho in mente, devo solo avere la forza di imbracciare la chitarra, attaccare il distorsore e poi tutto andrà in automatico, come al solito -
Il blocco dello scrittore è noto a tutti, tutti sanno che uno scrittore ad un certo punto può perdere la naturale propensione a scrivere e raccontare, molti scrittori ne hanno il terrore e molti altri si illudono di salvaguardarsi, di vaccinarsi, scrivendo ogni giorno, ogni maledetto giorno, almeno una pagina, almeno un pensiero, per esorcizzare il male.
Il problema si presenta in misura del tutto analoga anche per i musicisti.
Sdraiato sul letto il non fumatore era conscio di aver perso il posto in prima fila nella platea sonora della sua stessa testa, la musica, che da sempre aveva inondato la sua vita reale ed i suoi sogni (non meno reali), la musica che lo prendeva in ogni momento della giornata era finita e...non gli restava che spegnere le luci.
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