Ieri sera in un giorno non proprio adatto per organizzare concerti (un fottuto lunedì direbbe qualcuno) ci siamo ritrovati in quel di Roma per rivedere i Blonde Redhead all'opera (sono passati ben 6 anni dall'ultima volta al Maschio Angioino).
Il fatto è che per un romano de Roma non è per nulla anomalo ritrovarsi in uno dei parchi della propria città ad assistere ad una delle tante manifestazioni estive della Urbs. E' strano per me penso e per noi tutti provinciali e casertani, che non siamo abituati a nulla di civile (e qui torna l'eterno gioco di parole: già, perché la nostra cittadina come concentrazione di caserme non è seconda a nessuno e quindi abbastanza incivile). E' la mancanza di verde qui da noi che ci ha fatto strabuzzare gli occhi nel vedere l'immensa villa Ada e le tante persone intente a correre, leggere, passeggiare...vivere!!!
Tra l'altro questo sarà il primo anno senza la possibilità di ingollarsi una birra sulle scale di San Leucio, ma ormai dopo l' "esproprio" di piazza mercato io mi ci sono abituato...ora tocca alle nuove generazioni.
E veniamo al concerto.
Kazu Makino, Simone e Amedeo Pace aka Blonde Redhead hanno ormai un suono collaudato e riconosciuto dalle folle; idolatrati e applauditi si sono esibiti in una performance a mio avviso non proprio eccezionale, ma sicuramente degna di 200Km, con alti e bassi direi, ma i bassi dei Blonde Redhead non sono poi così bassi (anche perché sul palco non se ne sono proprio visti).
Inutile dilungarmi nella classica sequenza di titoli, hanno suonato quasi tutto il nuovo disco (grandissima "23", la terza in scaletta ;) e pochi del passéism, davvero pochi. I momenti migliori a mio avviso sono stati "Melody Of Certain Three" e "In Particular".
2 Note
1) Mentre mi appropinquavo al palco ho intravisto con la coda dell'occhio un giovane che mi ha fatto sentire come in Paz! (dal suo sguardo posso dire che le canne le fuma per davvero). Il nome non lo ricordo e sono pigro per cercarlo con l'imperatore google, confido nella vostra sterminata cultura cinematografica.
2) Alla nostra destra (ovviamente a bordo palco) c'era un gruppetto di giovani avellinesi in cui si rispecchiava a pieno il mio modo di assistere ai concerti di qualche anno fa (alcool, fumo e urla al cielo): ho riso davvero di gusto ad alcune delle loro spettacolari gesta, in pratica a posteriori ho riso di me (autoironia asincrona).
Ciao
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1 commento:
Il giovane attore che abbiamo intravisto è Claudio Santamaria
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