lunedì, giugno 25, 2007
Fotografare un'era
giovedì, giugno 21, 2007
Che sta succedendo?
Non molto tempo fa, facciamo fino a 2-3 anni or sono era praticamente un evento riuscire a vedere in Italia alcuni gruppi ritenuti di nicchia (nel bene o nel male), oggi invece vedo percorso tutto lo stivale da miriadi di festival e concerti di ogni sorta, da Milano a Catania praticamente su tutte le latitudini e longitudini della nostra penisola si post-rockeggia alla grande. Come mai? Perché? O come direbbe Antonio Rezza:" Pché?! Pché?!"
Ovviamente le concause sono tante, ma personalmente credo che il nucleo di questa vera e propria evoluzione culturale risieda nella rete in generale e in particolare in 3 paroline inglesi: PEER TO PEER.
Per tanto, troppo tempo, e a dire il vero ancora oggi (nel 2007 cazzo!) non si è fatto altro che denigrare e cercare di risolvere il "problema" dello scambio di file multimediali, ancora ricordo lo spot che paragonava un ladro di automobili ad un ragazzo che scaricava un mp3 nella sua camera.
Personalmente, e questo blog lo dimostra, ho sempre ritenuto lo scambio di idee e contenuti alla base della vita stessa e quindi non ho mai capito perché alcuni si ostinino a cercare di vendere i cd...Mi sa che è arrivato il momento di dire basta, basta, non si vendono più i cd (non nel modo classico), non ha senso , vi volete guardare attorno?
Insomma per tornare al discorso iniziale credo che grazie alla diffusione di conoscenza si sia allargato il bacino di coloro che conoscono sempre di più la musica e possono decidere cosa gli piace e cosa no, non dovendo "stare" al rivenditore, ai pochi euro in tasca o alle radio commerciali FM (pensate al cambiamento avvenuto con MySpace ad esempio).
Dall'altro lato visto che la vendita dei supporti non rende più come un tempo i musicisti non possono restare in poltrona a contare i soldi dei diritti d'autore, non gli resta che caricare il furgone e mettersi in viaggio cercando di riempire piazze e auditorium: ecco il pullulare di date.
Il discorso si estende certamente anche ai film, anzi in questo caso è ancora più sconvolgente pensare che senza la rete molti film sarebbero praticamente non reperibili, provate a noleggiare in città i corti dei fratelli Lumière o qualche film del tanto acclamato Fassbinder, se ci riuscite segnalate prontamente la videoteca in questione e ve ne sarò grato per il resto della vita.
P.S.
Ecco alcuni dei festival Italiani:
INDIEROCKET FESTIVAL 2007 (22/23 giugno, Pescara)
NEL NOME DEL ROCK - (6-7-8 Luglio Palestrina Rimini)
ITALIA WAVE Love Festival (17-22 luglio Sesto Fiorentino)
SixDaySonicMadness 10.0 (24/29 Luglio Guardia Sanframondi)
NEAPOLIS Festival (27/28 Luglio. Napoli)
INDEPENDENT DAYS Festival (2 Settembre, Bologna)
IDROSCALOROCK Festival (1/2 Settembre, Milano)
martedì, giugno 19, 2007
Macrico come Villa Ada
Il fatto è che per un romano de Roma non è per nulla anomalo ritrovarsi in uno dei parchi della propria città ad assistere ad una delle tante manifestazioni estive della Urbs. E' strano per me penso e per noi tutti provinciali e casertani, che non siamo abituati a nulla di civile (e qui torna l'eterno gioco di parole: già, perché la nostra cittadina come concentrazione di caserme non è seconda a nessuno e quindi abbastanza incivile). E' la mancanza di verde qui da noi che ci ha fatto strabuzzare gli occhi nel vedere l'immensa villa Ada e le tante persone intente a correre, leggere, passeggiare...vivere!!!
Tra l'altro questo sarà il primo anno senza la possibilità di ingollarsi una birra sulle scale di San Leucio, ma ormai dopo l' "esproprio" di piazza mercato io mi ci sono abituato...ora tocca alle nuove generazioni.
E veniamo al concerto.
Kazu Makino, Simone e Amedeo Pace aka Blonde Redhead hanno ormai un suono collaudato e riconosciuto dalle folle; idolatrati e applauditi si sono esibiti in una performance a mio avviso non proprio eccezionale, ma sicuramente degna di 200Km, con alti e bassi direi, ma i bassi dei Blonde Redhead non sono poi così bassi (anche perché sul palco non se ne sono proprio visti).
Inutile dilungarmi nella classica sequenza di titoli, hanno suonato quasi tutto il nuovo disco (grandissima "23", la terza in scaletta ;) e pochi del passéism, davvero pochi. I momenti migliori a mio avviso sono stati "Melody Of Certain Three" e "In Particular".
2 Note
1) Mentre mi appropinquavo al palco ho intravisto con la coda dell'occhio un giovane che mi ha fatto sentire come in Paz! (dal suo sguardo posso dire che le canne le fuma per davvero). Il nome non lo ricordo e sono pigro per cercarlo con l'imperatore google, confido nella vostra sterminata cultura cinematografica.
2) Alla nostra destra (ovviamente a bordo palco) c'era un gruppetto di giovani avellinesi in cui si rispecchiava a pieno il mio modo di assistere ai concerti di qualche anno fa (alcool, fumo e urla al cielo): ho riso davvero di gusto ad alcune delle loro spettacolari gesta, in pratica a posteriori ho riso di me (autoironia asincrona).
Ciao
martedì, giugno 05, 2007
Shellac of North America
Avrei potuto mettere qualche foto del luogo in questione e/o dei gruppi che avrebbero dovuto suonare al suo interno, invece vi posto una foto di Steve Albini in una delle sue plastiche pose on stage. E già, perché nonostante l’appuntamento al monumento ai caduti fosse stato fissato (inutilmente) alle 9 del mattino, io ed il mio bassista amico di avventure/sventure abbiamo deciso di andare a Roma il sabato ante-Macrico per assistere ad uno dei concerti a cui non si può mancare (nel mio caso per vedere dal vivo un gruppo che non si può non aver visto all’opera). Il luogo dove si sono svolti i vertiginosi sferragliamenti manco a dirlo è il “Circolo degli Artisti”, che ormai ospita con nonchalance il meglio della musica passata e futura (dei nomi a caso: Mudhoney, Slint, Shellac, Giardini di Mirò ecc.).
Per farla breve ci siamo piazzati a bordo palco, in pole position, prima di tutti, prima anche della Security! Nell'attesa abbiamo ammirato la batteria di Todd Trainer posizionata giusto di fronte a noi e pronta a decollare. I tre sono entrati in scena come se nulla fosse, con la naturalezza di un gruppo rodato (suonano da sempre?!?!): Steve Albini mi ha colpito subito, non solo in quanto Steve Albini (basta inserire il suo nome in wikipedia, credo, e scoprirete le meraviglie di una mente geniale), ma perché era vestito da operaio con tanto di tuta e zip anteriore. Lo stupore in realtà è cresciuto fino a trasformarsi in un enorme punto interrogativo quando la suddetta tuta è stata sfilata senza che nessuno lo notasse (e avrete inteso l’alta considerazione che ho di me stesso). Tolta la tuta ecco partire il trittico: Steve Albini, chitarra e voci sparse, Bob Weston, basso e voci sparse, Todd Trainer, batteria e batteria. La scaletta scorre non curante degli anni, il loro sound è veramente atemporale, vi riporto qualche titolo che serbo in memoria, per i dettagli sulla scaletta chiedete al mio bassista, credo che non vi deluderà: My black Ass, A minute, Song of the Minerals (e i minerali escono tutti dalla chitarra di Steve), Mouthpiece, Spoke e ovviamente Squirrel Song e Copper.
Simpatico il finale: mentre Trainer era intento a picchiare con la classica veemenza (vi dico solo che impugna le bacchette al contrario per cercare di rompere sul serio le pelli!) i due soci hanno iniziato a sottrarre crash, right, timpano, tom, charleston, gran cassa e rullante…FINE