venerdì, giugno 09, 2006

Recensione in arrivo sul binario 10

Dovevamo pubblicarle in contemporanea le recensioni (degli Xiu Xiu e dei Black Heart Precession, rispettivamente a Napoli e a Roma il 10 Maggio), ma per problemi vari quella di Daniele arriva solo stanotte. L' attesa è valsa, perchè la recensione è gustosa ed anche le foto, la pizza penso un po' meno (sti romani).


Mercoledì 10 maggio 2006

Disco Qube – Roma

The Black Heart Procession

Live

Ore 19,00, il lavoro si è già preso buona parte delle nostre forze, energia pura, ce la restituirà soltanto il giorno dopo.

Non importa siamo già partiti.

L’aggressività sull’acceleratore e un navigatore sempre sveglio e attento….fanno il loro dovere ed in poco più di 78 minuti siamo alle porte della Capitale.

Non è una sera violenta, anzi, ci si dirige direttamente in pizzeria.

Cosa buona e giusta.

Fu veramente cosa buona e giusta dal momento che gli unici clienti di quella sera eravamo noi ed i black heart procession i quali, accompagnati da tre,quattro fiche romane prezzolate si ingozzavano a più non posso buttandosi a capate su ogni portata e anche su quella successiva (‘Sti ‘merican).

Dopo una fila dominata da due perete milanesi che in trenta minuti hanno accumulato tanta di quella saliva da restarne affezionate e tenersela tutta per loro ci si accorge che una volta entrati non si può più uscire.

Ed in questa alcatraz del nuovo millennio ci sentiamo come frank morris. Un solo pensiero: FUGA. ma in ballo non c’era la vita ma solo la bottiglia di vino che il Milo aveva cortesemente fornito alla nostra avventura.

Niente da fare. Ogni diplomazia risulta vana.

Non ci resta che spendere il milione.

Non c’è il pienone. Meglio così siamo davanti a tutti.

Sotto i piedi di pall jenkins e della sua sega.

Non è un racconto porno.

Tangled prima e The Spell dopo.

Si inizia con le new delusion songs dei BHP.

Violino e Piano la fanno da padroni.

Non c’è più spazio per l’amata sega, adagiata però sul palco mantiene tutta la sua fascination.

Ancora i nuovi pezzi The Letter e Not Just Words (il pezzo più old style dell’album)

Cominciamo a ballare. Abbracciati e con bicchieri alzati sulle note di Amore del Tropico e Fingerprints.

IL batterista – John – è quanto di più innaturale abbia visto in vita mia. Ha una gamba di plastica!

E suona come se ne avesse quattro.

Incidente stradale due mesi or sono. Senza parole.

Mi offro come suo legale.

Non comprende.

Dopo gli offriremo una birra.

Dall’euforia dei balli tropicali ci catapultiamo pindaricamente nel buio più profondo del loro cuore con Church is red ed Even thieves couldn’t lie.

L’abbraccio fraterno è spontaneo, le nostre voci superano finanche quelle del buon pall.

Ma stasera si danza alla grande… Song about a…

Wednesday night fever.

Once said at the fires e fanno finta di andar via.

Ma addò vaje!!

Ed infatti neanche il tempo di prendere l’ennesima pinta e consumare il milione che ritornano a raccontarci le loro delusioni sul palco.

E questa volta colpiscono forte.

Bluewater, blackheart,

Blu Tears,

Lights So Dim

La stanchezza, i chilometri, il lavoro, I romani, la pizza di merda del locale di cui sopra

Tutti rapiti e nascosti per qualche ora

da questi narratori di esperienze amorose finite male

Dei giorni delle delusioni

Si ritorna casa.

Torso nudo e giubbino di pelle alla guerrieri della notte.


P.S.
Foto e recensione di Daniele Rienzo

2 commenti:

Edolaido ha detto...

Daniele sei un grande!Non sapevo sapessi scrivere così bene! Ho vissuto teco quella notte!!

PARRUCCA SINDACOOOOO!!!!!!!!

edo giovane guerriero della panza

Laura ha detto...

Per Daniele e Mamo: Uau...hanno suonato anche TROPICS OF LOVE,la mia preferita di questo disco...vi invidio solo per quei 4 minuti e 52 secondi della canzone che avete vissuto lì!

(Hey Daniele...ma Mamo...si è fottut' tutt' 'o panin'?)