martedì, maggio 06, 2008

Ao, mi sposo.

Ci sono ancora, non sono stanco di scrivere il mio diario di bordo on line. Mi sono smarrito "in acque profonde" pur restando "fedele alla roba", ma non alla linea, che come sappiamo non c'è. Non c'è neanche più la lira, ma siamo fedeli all'euro, e poco cambia.
La novità è che con solo due numeri posso dirvi quando mi sposo: l'8/8/08, la novità è che mi sento sempre più un granello inutile in un meccanismo che mi sta inglobando, e non mi riferisco al matrimonio, ma a voi altri. La banalità e la retorica delle cose che penso mi fanno sentire ancora più sconsolato, è mai possibile che non riesco a capire di cosa è fatta la tranquillità assoluta, tranquillità assoluta...tranquillità assoluta.
Ieri altro convegno con alcuni cittadini (in realtà il teatro Izzo era pieno) "attenti" al problema dei rifiuti nella nostra regione. Non ne posso più, non c'è modo di cambiare direzione. Non siamo interessati o siamo interessati troppo poco. Dove cazzo sono i fottuti rappresentanti? Abbiamo deciso di votare ed eleggere qualcuno per occuparsi dell'amministrazione, forse avrebbe più senso indire delle elezioni per decidere quali boss della camorra devono avere più potere. Sento ogni tanto parlare del processo Spartacus, a me viene in mente il film di Kubrick, ma di schiavi che spezzano le catene neanche l'ombra. I giornali non parlano di questo che sembra essere un processo che farà esplodere delle bombe e ci riporterà indietro di quasi 20 anni, 16 anni per l'esattezza. In due circostanze ricordo perfettamente dov'ero: 23 Maggio 1992 (Strage di Capaci) ero al matrimonio di mio cugino (io un quasi tredicenne) e ricordo i volti sgomenti delle persone, le evocazioni di un passato pesante come il "piombo"; 11 settembre 2001 ero diretto verso Formia, in auto con mia sorella e mio cognato, attento a ciò che la radio diceva, convinto che fosse uno scherzo di un moderno Orson Wells...confuso non riuscivo a capire...
E ora? La Storia che leggiamo, che cerchiamo di capire e interpretare, la Storia che cambia sotto i nostri occhi come in "1984"...Mangano condannato -> Mangano eroe...Che si può fare? Chomsky sostiene che ognuno può fare, nel suo consueto pseudo-ottimismo. Si può cambiare rotta, come del resto è accaduto da sempre, le varie rivoluzioni hanno inciso nettamente sull'evoluzione della nostra specie. Ok, allora avanti con la prossima, ma presto, perché sto diventando vecchio e tra un po' avrò paura per i miei figli.

lunedì, marzo 24, 2008

Berliner Kindl

Nuovo rapporto, questa volta da Berlino. Visita da turista "povero" per soli 3 giorni e 1/2, volo low cost (=aereoporto per poveri=Schönefeld). Impressioni buone e cattive contemporaneamente, quelle cattive non sono ovviamente sulla città in sé, quella non l'ho vissuta, sono sulla globalizzazione e il suo effetto, il totale schiacciamento delle diversità, l'appiattimento ad usi e costumi unificati per produrre un unico individuo e vendere potenzialmente in tutto il mondo lo stesso prodotto. Quindi a Berlino credo che si possano trovare tutti i franchising possibili. La cosa che mi ha colpito è lo spazio, mastodontiche costruzioni, con architetture spigolose e in moltissimi casi trasparenti per l'80%. Piazze (Potsdamer e Alexander) impressionanti e sconfinate. Collegamenti che ti portano in un lampo da una parte all'altra della città.
E il muro? Il check point Charlie? Attrazioni per turisti, il pezzo di muro che è rimasto a Warschauer Straße divide adesso il nulla, due città un tempo totalmente diverse che sono perfettamente uguali (almeno all'occhio del turista di 3 giorni e 1/2) o che tendono ad essere tali. Ogni tanto una traccia di quello che fu il muro è visibile in svariate parti della città. Gadget dell'ost (est) sono in vendita ai turisti che posano sorridenti con le guardie vestite delle vecchie uniformi o sullo sfondo di un muro che ha perso completamente senso e non è nient'altro che una enorme installazione di arte moderna.

P.S.
Ho letto che la repubblica popolare Cinese è entrata nel WTO (World Trade Organization) nel 2001.

sabato, marzo 01, 2008

Rapporto dalla città delle allucinazioni


Sfatiamo subito un mito, eravamo in 68 (tra chitarre, bassi e batteria), ma se da un lato mi viene da dire purtroppo, dall’altro sono contento per l’Auditorium, che probabilmente ora avrebbe una sala Petrassi completamente sconquassata se su quel palco fossimo stati davvero in cento. Diciamo anche che non hanno preso parte all’evento solo i “migliori chitarristi delle scuole romane”, come il volantino prometteva: un gran numero di musicisti proveniva dalle più svariate nazioni, Svezia, Slovenia ed Inghilterra, ad esempio. Nei tre giorni (26-27 e 28 Febbraio) abbiamo provato tantissimo e con intensità sempre molto alta. Non potrò mai dimenticare il momento in cui ho sentito per la prima volta il suono di tutte quelle chitarre, quando la mattina del primo giorno John Mayer (il nostro direttore) ci ha chiesto di suonare tutte le corde a vuoto e nello stesso momento…

Glenn Branca è stato quasi sempre presente alle prove e in tutti i momenti era pronto ad incitarci e applaudirci (specie alla fine del terzo movimento), fiero di noi e di come abbiamo proposto la sua musica.

“Hallucination City” è semplicemente apocalittica, quattro movimenti (March, Chant, Drive, Vengeance) che partono da un’onda che si propaga tra i musicisti e conducono l’ascoltatore a qualcosa di molto simile al Big Bang intergalattico!

Suonandola avvertivo distintamente un magma che fluiva tra di noi sul palco e schizzava in sala per assalire lo spettatore.

Glenn mi ha “estasiato” con più scene da artista folle (qual è): ha litigato praticamente tutti i giorni con i fonici poiché non erano mai propensi ad alzare i volumi ai livelli criminali che lui pretendeva. Ha letteralmente inseguito un fonico in preda ad un attacco d’ira, è inciampato sul palco cadendo rovinosamente (senza conseguenze, per fortuna) e rialzandosi tranquillo, ancora più scapigliato di prima e pronto a sconvolgere il prossimo.

Grazie Glenn! Grazie per la tua musica.

domenica, febbraio 10, 2008

Brancamenta e i 100 Folli

Sì, questo blog esiste ancora ed è ormai diventato, da tempo, un semplice contenitore dei miei deliranti resoconti, o meglio rapporti come direbbe Burroughs. Dunque, il nostro, cioè io, si prepara ad andare a Roma per suonare in un'orchestra di 80 chitarre e 20 bassi, avendo imparato a leggere e interpetrare le note da poco più di un mese. Io ed il mio amico Edo siamo al movimento numero 3 (Drive) che corre a ben 132 bpm e siamo nella merda fino al collo, come cazzo facciamo?! E' veramente improponibile per me, volutamente ignorante, finirà tutto in una mega rissa con il fascista Glenn Branca? Oppure mi sarà consentito esprimermi all'interno delle dissonanze e dei downstroke? Il tutto potrebbe essere trasmesso dalla neonata emittente CRC Channel, ma è tutto ancora in forse, dipende da quanto vogliamo "rischiare". Proseguendo con gli aggiornamenti posso comunicare a me stesso, chi altri legge questo blog altrimenti? Che ho iniziato una collaborazione con la blogzine indieforbunnies, per cui scriverò recensioni di dischi e di concerti, oltre ad improbabili interviste. Per ora questo è tutto, sono immerso in un mare di note in cui affogo e solo un pezzo di legno chiamato chitarra mi tiene a galla...

giovedì, gennaio 24, 2008

Cathodic Ray Mission (correva l'anno 1986)

"Ma anche le belle donne costano molto magari, no?". Certo tutto ha un costo in denaro, no?

giovedì, gennaio 17, 2008

E se fosse come per il cinema?

A volte mi interrogo sui cambiamenti e sul fatto che sono immerso in essi e ne faccio parte; in un modo o nell'altro devo cercare di dare senso agli avvenimenti che avvengono intorno a me. Pensando al peer2peer, di cui ho già scritto più volte, sto iniziando a credere che si sta giungendo ad un cambiamento radicale nella fruizione della musica, e non mi riferisco al fatto banale che i dischi non si comprano più, ma ad un cambiamento più drastico. Come per un film e in maniera maggiore per un libro, anche per un album, ai nostri giorni, la possibilità di avere il tempo per riascoltare è molto ridotta; nell'era pre-internet l'acquisto di un disco era ponderato e il disco segnava un periodo in cui veniva ascoltato e riascoltato(nel caso del vinile letteralmente consumato), invece oggi gli mp3 circolano, vengono ascoltati poi cancellati, e raramente riascoltati. Non c'è più tempo neanche per far emergere un movimento musicale, si produce molta musica (come da sempre), ma adesso, nell'era post-internet c'è la possibilità di poterla ascoltare teoricamente tutta, con il risultato di non riuscire a godersela.

sabato, gennaio 12, 2008

Ci risiamo


Nel 2006 avevo scelto "The Greatest" come uno dei migliori album dell'anno, con mio stesso stupore, del resto diciamo che il country/blues/pop non è propriamente il mio "genere". Ed ora ci risiamo, dopo aver già fatto un album di cover ("The Cover Records" appunto) Cat Power torna con uno strepitoso disco che suona alla perfezione. Suona come The Greatest con una fantastica Dirty Delta Blues Band, che ha incorporato il calore dei dischi in vinile. Ci risiamo, già in "The Cover Records" aveva reso irriconoscibile uno dei brani più famosi in assoluto (Satisfaction) e adesso riesce a rifarlo con un brano forse ancora più noto, New York cantata nientepocodimeno che dalla Voce in persona. E non è che il primo brano del disco, seguono mostri sacri della musica americana compreso quel tale con lo stesso nome dell'indagatore dell'incubo. La donzella col caschetto rivisita anche un suo vecchio brano tratto dal disco considerato best seller (MoonPix) e ce ne propone uno tutto nuovo niente male.
Dopo averla vista ad Urbino in solitario avevo abbassato la guardia nei confronti della tipa, ma se viene da queste parti (cioè Roma) con la band al seguito penso che una birra a bordo palco non me la toglie nessuno. Video nuovi ancora non ci sono sul Tubo, quindi ne ho messo uno a caso, ah, a proposito il disco di cui ho parlato in questo post si chiama Jukebox e potrebbe anche essere uno dei migliori del 2008...

giovedì, gennaio 10, 2008

Si stava meglio quando si stava meglio

Per la serie siamo troppo giovani per ricordare perché c'eravamo, ma non c'eravamo ecco a voi "Il Male". Una rivista SATIRICA italiana che per cinque anni (dal 1978 al 1982) ha dato spazio a moltissime schegge impazzite della nostra bella Italia. Alla fine degli anni 70, quando il mondo non era ancora in discesa totale, quando il sociale aveva ancora un senso e quando la "professione" del comico televisivo forse non esisteva, nè tantomeno quella del "satiro" televisivo (vedesi il Crozza, che chissà come mai non viene censurato). Su questo settimanale hanno scritto e disegnato persone del calibro di Cinzia Leone, Vauro (che ora bazzica Anno Zero), Andrea Pazienza, Tanino Liberatore, Filippo Scozzari e Stefano Tamburini (questi ultimi 4 ideatori di Cannibale prima e Frigidaire poi). Insomma come mai NESSUNO degli attempati politologhi o opinionisti del cazzo nomina mai questo settimanale quando si parla di Satira? Come mai?! Ho idea che la satira c'era ed è stata eliminata per evitare che le persone si ponessero interrogativi "pesanti". Se andate su questa pagina di wikipedia scoprirete che l'unica rivista italiana tra quelle menzionate ancora esistente è "Il Vernacoliere" di Livorno, le altre sono TUTTE defunte. Se siete a conoscenza di altre riviste satiriche vi invito a scrivere il loro nome nei commenti a questo post.

mercoledì, gennaio 09, 2008

Il mio nome è Alex-D

In nessuno spazio. In nessun tempo. In un ambiente per forza di cose calmo e sereno nasce Alex-D Punto. Punto nel senso geometrico del termine, Alex nasce Punto e non sa, come tutti, come nasce e soprattutto perché. Pensate alla cosa più piccola che riuscite ad immaginare, bene, adesso mettetela tra le lenti di un microscopio. Fatto? Se riuscite a vedere qualcosa quel qualcosa sarà ancora milioni di volte più grande di Alex. Alex è piccolo, piccolissimo, infinitesimo: in pratica non ha dimensioni. Mi piacerebbe dire che passano i giorni e Alex cresce, ma purtroppo non c’è tempo e non c’è spazio e non c’è crescita. Eppure il nostro Punto pensa, si interroga e si pone tutte le domande che chiunque si porrebbe al suo posto, è subito preso da ciò che si potrebbe definire spleen: tristezza, melanconia oppure fondamento di una volontà pronta ad investire il mondo?

lunedì, gennaio 07, 2008

Ritorno all'età della pietra


2008:Fuga da Caserta.Mi sono ritrovato in una piccola comune a Letino con ben 8 amici e la mia amante, con un camino perennemente acceso, tra le montagne e la neve, mangiando tanto e bene, bevendo vino e birra. Un imbarbarimento che tale non è. Le mie origini sono contadine e forse il mio DNA questa volta ha gridato così forte da farsi sentire chiaramente. Appena giunti a casa di Vincenzo (il nostro benefattore, donatore di prosciutto) ecco che il colpo d'occhio accende già il sublime: il nostro vicino di casa è uno scultore, che ha il suo terreno pieno zeppo di opere e massi di svariate dimensioni. Chi è costui? Mi viene detto che si tratta di Stolu e che due sue opere sono presenti a Caserta in via Rosselli (una via dedicata a Valentina di Crepax?!). Ricordo subito le opere in questione e penso che a me non sono mai piaciute, anche se non ho mai prestato la giusta attenzione dato che da quelle parti ci passo sempre e solo in auto. Il giorno dopo con macchina fotografica a tracolla facciamo la conoscenza di questo "strano tipo" e gli chiediamo se è possibile fotografarlo mentre lavora. Lui acconsente, è dalla prima mattina che armato di scalpello e flex è lì che incide e leviga la pietra. Ci parla a modo suo, chiarisce subito che lui non ha cultura, non ha studiato, non ci intratterrà con elucubrazioni sul suo operato e sulla sua arte. Ci fa intendere che egli non apprezza molto questa società (quale artista la apprezza?), preferisce stare a Letino, zappare la terra e modellare pietre. Intanto io mi guardo attorno, ovunque pietre, piccole e grandi, di ogni dimensione, pietre attaccate ai muri, conficcate nel terreno, in orizzontale, in verticale, addossate, altre messe in fila a creare un recinto che racchiude l'arte di questo "sempliciotto". La matrice di quello che Stolu scolpisce è essenzialmente di doppia natura, cristiana e politica (ecco un cattocomunista, ma non lo dico in senso spregiativo) puoi trovare la camera del parlamento da una parte e l'ultima cena dall'altra. Non voglio spingermi in critiche sulla sua opera, non ne sarei capace (in senso stretto) e non mi importa farlo. Quest'uomo ha una vis artistica intrinseca, la voglia di esprimersi, di fare, di dire e di dialogare. Siamo rimasti per tre notti suoi vicini di casa, ci ha "corrotto", come dice lui, regalandoci delle sue piccole opere e poi è tornato a lavorare salutandoci: "Buon viaggio, tornate a Caserta, tornate nella melma". Mi fa piacere pensare che a prescindere da tutto, che mi piaccia o meno quello che fa, Stolu è lì su una montagna, e che ogni giorno si alza di buon ora per mettersi a scolpire, pur sapendo che forse non avrà mai una ricompensa adeguata ai suoi sforzi. Buon lavoro Stolu!

mercoledì, dicembre 19, 2007

4/4

Una tazza di caffè fumante

inspira pensieri amari.

Aspetto che l’accordo giusto faccia il suo

ingresso trionfante.

Intanto il tempo decide per me,

non lascia scampo ai sogni,

li tritura senza pietà

e quello che resta è una

faccia rugosa.

Flat Flat, Flat Flat

Piatto nel tempo e piatto nello spazio.

In ogni direzione nessun picco.

Flat Flat, Flat Flat

Stiamo sbiadendo

come un capo a lungo lavato.

venerdì, dicembre 14, 2007

A Kim

Kim, risuoni ancora?
Da quando l'amplificatore è spento
non sei più la stessa.
Ricordo gli orecchi sanguinanti
e l'umore dei tuoi occhi
in cui si specchiavano le mie corde.

Sfasciasti tutto in un impeto
di tempesta, scappasti via lasciando
la scia del tuo odore adolescenziale.
Da allora non ho più usato il mio plettro
e l'interruttore rimane su off.

martedì, dicembre 11, 2007

Glenn chiama, io rispondo



Questo signore quassù ha influenzato un bel po' di persone direttamente ed indirettamente (me compreso), ha lanciato Thurston Moore e Lee Ranaldo sulla strada lastricata di corde che porta "direttamente al tuo cranio"...Ai nostri giorni compone sinfonie per chitarre (in senso lato) e sarà all'auditorium di Roma per la sua sinfonia n.13 "Hallucination City", ha bisogno di "musicisti" (80 chitarristi e 20 bassisti), io ho già accolto il suo appello, fatelo anche voi, imbracciate una chitarra, si suona il 28 Febbraio...

domenica, dicembre 02, 2007

Riassunto della puntata precedente...I nostri eroi al Korova Milk Bar

C'è Antonio Rezza al Vascello. C'è Antonio Rezza a Roma. C'è Antonio Rezza. C'è Stanley Kubrick al Palazzo delle Esposizioni. C'è Stanley Kubrick a Roma.C'è Stanley Kubrick. A Roma vengono direttamente o indirettamente prese delle decisioni che si ripercuotono sulla mia vita: queste decisioni vengono prese anche da persone molto anziane (senatori) che siedono su comode poltroncine foderate di rosso. Andiamo a visitare la stanza dei bottoni dunque. Fila interminabile per entrare a Palazzo Madama, la giornata è fredda e soleggiata. La voglia di piazzare bombe è stranamente bassa dentro me, appena entrati, però, man mano che lo sfarzo ed il lusso si manifestano con tutta la loro arroganza e il gentile servo del senato ci illustra le varie stanze ecco che qualcosa si distorce dentro di me. Da un lato la Storia pervade tutto e spiazza i pensieri razionali, dall'altro la riverenza mostrata da chi illustra il palazzo nei confronti di persone, quali sono i senatori, mi irrita: la reverenza, in generale, mi irrita. Guidati nelle varie stanze leggo su più di un tavolino l'ordine del giorno per la seduta del 4 Dicembre: "Conversione in legge del decreto-legge 1º novembre 2007, n. 181, recante disposizioni urgenti in materia di allontanamento dal territorio nazionale per esigenze di pubblica sicurezza". Il concetto è semplice no? Chi sbaglia paga. Chi sbaglia viene cacciato a calci in culo fuori dalla nostro Bel paese. Non so perché, ma è in questo momento che mi vengono in mente 2 nomi: Giulio Andreotti e Marcello Dell'Utri e la voglia di piazzare bombe si fa bella ruspante.
Via, via di qui, andiamo verso l'arte che è meglio...Palazzo delle Esposizioni dove partendo dai primissimi documentari e corti si arriva alla genialità fatta celluloide di Shining, Arancia Meccanica e 2001:Odissea nello Spazio. Vaghiamo per le stanze in cui risuona Ligeti, dove ci sono costumi di scena, disegni, bozzetti, copioni, cineprese, obiettivi e tutto quello che rende il cinema ciò che è: magia. Poi davanti a noi l'apparizione del manichino dai cui capezzoli sgorgava il latte+ (Bevete + latte? Oppure Bevete latte +?). 'O fridd nguoll letteralmente...
E finalmente fu Rezza, cioè fu Bahamut, cioè fu tutto e niente, fu il nano che mi perseguiterà e fu la signora Porfirio, fu la lotta dell'uomo e fu la lotta sindacale, la morte di un sottosegretario o di un monsignore, e le sue sorelle puttane? Fu l'ingiustizia e la strage, un vestito che doni e la ricerca della stoffa a metraggio...Urla di indiani e di cucù, disperazione che nessuno può capire e che il tempo si porta via...Comunque, come diceva il bambino in platea, Paperino e Gastone anche se cugini non è che si volessero poi tanto bene...

martedì, novembre 13, 2007

Questo NON è il migliore dei mondi

Perché i libri di Noam Chomsky sono insieme alla bibbia le fonti più citate al mondo? Perché ciò che dice è essenziale, documentato e in molti casi ineccepibile. Vi consiglio di leggere "Capire il Potere" ad esempio, io lo sto finendo di leggere in questi giorni e devo dire che alcuni strati di prosciutto che ho negli occhi sono stati asportati, con mio sommo piacere. E' bello poter vedere le cose in un'altra ottica, dare un senso più profondo agli avvenimenti, passati e presenti. Mentre leggevo "Capire il Potere" molte volte mi sono ritrovato a dire ad alta voce:"Ah ecco perché! Porca puttana!" e cose di questo genere, in un linguaggio colloquiale Chomsky ci spiega la storia della società (pressapoco degli ultimi cento anni), in particolare della società americana e quindi della società occidentale, ma anche di quella orientale, del mondo insomma. Non a caso la copertina raffigura una pila di libri con in sottofondo la faccia dell'autore, oltre le ovvie qualità intellettive che ne fanno uno stimato e rispettabile linguista infatti la sua qualità principale consiste nel riuscire a correlare e amalgamare dati provenienti da svariate fonti: giornali israeliani piuttosto che documenti declassificati della pentagono, libri di sociologia o di biologia, insomma quest'uomo semplicemente riesce a dedurre e capire (anche se nel limite dell'umana possibilità) i "grandi sistemi" (quelli sociali) e inoltre riesce a spiegarli. Quindi correte in libreria, scaricateli dalla rete, ma leggete Chomsky.

giovedì, novembre 08, 2007

Lotta di classe su tre corsie


Partendo da destra abbiamo la terza, la seconda e la prima categoria. Sulla corsia più lenta marciano solitamente i lavoratori diligenti e sottomessi: conducenti di autobus ad esempio o di Tir. Sempre in questa corsia, per persone lente e timorose di dio, troviamo auto di piccola o piccolissima cilindrata, macchine vecchie e ammaccate, con persone al loro interno grige e rassegnate, che si affannano per raggiungere un posto di lavoro che probabilmente baratterebbero per un bel posto all'interno della casa del Grande Fratello. Passando alla seconda corsia ecco che la cilindrata inizia a diventare più "importante", come le persone all'intero degli abitacoli, impiegati di varia categoria, futuri dirigenti e persone che non hanno il tempo per marciare nella prima corsia, troppo lenta ed analogica. Qui si corre ai limiti consentiti dalla legge, cercando di stare attenti ai vari dispositivi come gli autovelox, che cercano ingiustamente di fermare l'avanzata travolgente di questi rampolli. In realtà su questa corsia è anche possibile trovare alcuni ribelli della prima, soprattutto i conducenti giovani e intraprendenti (compresi i conducenti di Tir e di Autobus), che proprio non voglio essere confinati in quella di destra e cercano di spingersi il più a sinistra possibile, senza rendersi conto che quelli più a sinistra in realtà si sentono neoliberisti a tutto tondo. Ed infatti nella terza e più desiderata corsia troviamo gli uomini che ce l'hanno fatta, quelli che anche se in viaggio sono già "arrivati", quelli che sfrecciano in barba a leggi e limiti, tanto hanno la possibilità di pagare qualunque cosa, multe comprese. Infatti se una multa per eccesso di velocità colpisse un autista della prima, provocherebbe le ire funeste di quest'ultimo, con bestemmioni annessi. Gli eroi del capitalismo e della patria invece, comodi nei loro bolidi trangugia-benzina con tanti di quei cavalli che neanche tutte le diligenze del west assieme potrebbero eguagliare, pagano ben volentieri tutte le multe e per il motivo più ovvio: possono permettersi di andare oltre i limiti. Sono costoro sempre pronti ad abbagliare e spaventare quelli che osano varcare la riga tratteggiata e "invadere" la prestigiosa terza con le loro misere automobiline. E' qui che troviamo spesso le auto blu, che con tanto di lampeggiante blu sfrecciano a velocità folli per scortare l'uomo di turno, che dovrà prendere decisioni fondamentali per il mondo intero e che quindi non può rallentare la sua marcia e confondersi con gli altri, quelli ricchi, ma non potenti come lui.

sabato, ottobre 27, 2007

Ode al frullatore

Velocità, isteria, frenesia, frizione, erosione...su, giù, a destra, a destra, ancora un po'. Accelera e dai fiato alle trombe, picchia con rabbia, ma senza essere arrabbiato con nessuno in particolare. Meglio non esagerare con le testate nel muro, potrebbe macchiarsi di sangue.

Volevo scrivere una sorta di recensione ad un gran bel sound, quello dei Talibam! ma alla fine mi sono uscite queste tre righe, spero risultino utili alla comprensione delle mille sfaccettature di questo gruppo. A parte i miei scleri, sono molto contento di poter dire che a Caserta suonerà un gruppo che mi piace un bel po' (aleeee). E' frustrante per me leggere dei tour che fanno migliaia di gruppi in giro per lo stivale e che non lambiscono neanche il nostro capoluogo...Beh il primo novembre a Caserta suonano i Talibam! (direttamente da nuova york) un gruppo che spacca, che mischia, che impasta: per me il Jarmush Club guadagna mille punti come locale da "sostenere". Per convincervi a venire vi racconto i precedenti del batterista Kevin Shea: Storm & Stress (assieme a quel tale Ian Williams dei Don Caballero prima e dei BATTLES adesso) e Coptic Light. Insomma se questi nomi vi dicono qualcosa...ma anche se non vi dicono un cazz e vi piace "perdere il tempo" giovedì primo novembre ci vediamo al Jarmush.
Ah, questi qua sotto sono per l'appunto i Talibam!

domenica, ottobre 14, 2007

Dopo Pier Paolo

La merda è a colori, in LCD di molti pollici. Cosa penserebbe Pier Paolo dei canali dove non fanno altro che VENDERE? Siamo all’estremo consumismo, stiamo mangiando merda da più di trent’anni e non ne sentiamo neanche l’odore. Dolce il naufragare…Dolce lo svenire…Dolce il comprare, lo spendere. Ci affermiamo grazie agli oggetti che possediamo :-( :-( :-( E’ tutto molto triste anche se colorato e risplendente di diamanti secolari. Provo ad alzare il volume per non sentire più nulla se non l’infinito dietro la collina, ma non riesco a scollegarmi del tutto e mi viene da piangere.
Oggi sto rubando al doppio gobbo pezzato, ma non me ne vorrà, ho letto Burroughs e mi sento autorizzato a scippare a tutto e a tutti, a mixare e rimescolare a più non posso.
La guerra, quella vecchia, quella dopo la Grande Guerra l’abbiamo persa certamente, perché i nostri alleati ci hanno portato via la cosa più importante: l’identità.
Il mito americano non esiste, non è mai esistito, eppure io sono uno yankee, penso e desidero in americano, ho sviluppato un gusto che è lontano dalle mie radici contadine, che con difficoltà cerco di recuperare. Non sono fatto per Ketchup e Rock ‘n’ roll (è dura ammetterlo) , ma per friarielli e tamorra.

Over the Rainbows

Quando la musica va a tempo con i tuoi pensieri e sembra lasciar loro la possibilità di espandersi in tutte le direzioni, sembra quasi di poter capire qualcosa, afferrare il concetto. E' un caso raro, ma a volte si risuona, è una questione di sensibilità, un fenomeno non predicibile, è come l'innamoramento. E' un album che ti lascia oscillare come immerso in un liquido amniotico, senza gravità e senza l' "io" che sempre ci assilla, che è sempre con noi. La musica è veramente il linguaggio dei Pianeti, l'armonia che la nostra mente non riesce ancora ad afferrare.

Si potrebbe davvero creare una religione intorno alla musica e avrebbe più senso di molte altre già esistenti.